IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

giovedì 31 maggio 2012

TERREMOTI ED ESTRAZIONI UMANE: C’E’ UN COLLEGAMENTO ? OPPURE SONO FATTORI TOTALMENTE DISCONNESSI ?


Dallo Staff del Blog:
Ci domandiamo:  siamo sicuri che l’intervento umano sul territorio è completamente ininfluente dal punto di vista “sismologico”?
 Sulla rete si parla,  si cerca di trovare interlocutori validi, sulla questione dell’estrazione del “gas naturale” e il suo pompaggio ad alta pressione nei depositi sotterranei, mentre i media e gli “esperti” di qualsiasi colore e natura, tendono ad evitare l’argomento o a sottovalutarlo.
E’ davvero una domanda cosi assurda ed inutile? Le persone desiderano saperne di più.
Sebbene vi siano delle faglie ATTIVE nelle zone interessate, le estrazioni umane non potrebbero essere una CONCAUSA che AGGRAVA  I DANNI PROVOCATI DAL TERREMOTO “ORIGINALE” ?
La domanda è lecita poiché, in realtà, non vi sono poi grandi studi su questa correlazione.
Guardiamo quello che sta succedendo con la “parata” del 2 Giugno prossimo. Tutti o quasi tutti, PERFINO I VIGLI DEL FUOCO STESSI con un comunicato ufficiale, chiedono l’annullamento dell’evento e la destinazione dei fondi relativi alle popolazioni terremotate dell’Emilia, come era stato fatto a suo tempo per il terremoto del Friuli,  dal Governo Forlani,  il 2 Giugno 1976.
Ieri il Capo dello Stato Napolitano, ha detto che la parata si farà ugualmente ma sarà all’insegna della sobrietà.
Il popolo sovrano sembra distante  .
ECCO  DUE ESEMPI DELLE  NOTIZIE CORRELATE AL “SISMO-GAS”  PRESE DALLA RETE ( fonti esterne a questo sito ):
“L’ ENI continua a stoccare gas metano nel sottosuolo della pianura padana in prossimità delle faglie tettoniche, note da oltre 10 anni e sta aumentando la pressione di stoccaggio. Una pratica rischiosa, soprattutto dopo il terremoto del 20 e 29 Maggio 2012.


Il fisico e sismologo Mucciarelli fa notare nel suo blog il fatto che ENI abbia continuato a stoccare gas metano nei siti esausti della pianura padana, nonostante fosse noto da tempo che la zona è attraversata da diverse faglie.
Attenzione: non sto affermando che ENI ha causato il terremoto, naturalmente, ma è opportuno osservare che:
 •I siti di stoccaggio si trovano praticamente tutti in prossimità delle faglie;
 •ENI nega in modo un po' blando il fatto che esista una correlazione tra stoccaggio e attività sismica;
 •normalmente il gas viene immagazzinato alla pressione originaria del giacimento. Per aumentare le riserve di gas (e venderne di più) ENI sta iniziando ad usare la discutibile pratica della sovrapressione.
 Esistono almeno tre siti (Settala, Sergano e Ripalta) in cui il gas è stoccato a pressioni del 107-110% di quella originaria.
 Il principio di precauzione dovrebbe fermare queste pratiche, oltre a evitare nuovi siti di stoccaggio (ENI vorrebbe aumentare la capacità complessiva da 14 a 22 km³), perchè il nostro obiettivo è diminuire i consumi di gas.
 Lo stoccaggio del gas importato dall'estero nel sottosuolo viene fatto durante la stagione estiva, per aumentare le riserve per il periodo invernale. Questo è l'elenco dei siti di stoccaggio italiani. Ognuno dei siti di stoccaggio indicati sulla mappa include decine di pozzi diversi.
 Nella pagina della FAQ si afferma che "Nessuno degli studi e delle analisi condotte in questi anni ha evidenziato possibili correlazioni fra fenomeni sismici e lo stoccaggio di gas nel sottosuolo. Come ulteriore e continua verifica, tutti i giacimenti sono costantemente monitorati con appositi sensori inseriti nel sottosuolo al fine di rilevare eventuali eventi microsismici nel corso delle fasi di iniezione ed erogazione."
Il governo ha autorizzato i test per la realizzazione di un gigantesco deposito sotterraneo di gas nei comuni più devastati dal terremoto”.
“Il terremoto che ha colpito l’Emilia Romagna porta ad un grave bilancio di vittime, abitazioni  e infrastrutture . …
Incredibile ma vero. Con un decreto del 17 febbraio il governo aveva appena autorizzato nel sottosuolo dei comuni di San Felice sul Panaro, Finale Emilia, Camposanto, Medolla, Mirandola e Crevalcore dei test geologici volti a verificare la possibilità di costruire nella zona un gigantesco deposito sotterraneo per il gas.
Tra le verifiche da fare nelle prove, c’era da considerare anche la sismicità dei luoghi in questione. Il caso ha voluto che fosse la natura a fornire una prova eclatante dell’inadeguatezza della scelta.
Ma, ovviamente, i tempi della burocrazia sono tali che la possibilità che nasca l’impianto ancora esiste e non è del tutto scongiurata.
Gli interessi in gioco sono notevoli. In ballo c’è la costruzione di un maxi deposito capace di stoccare 3,2 miliardi di metri cubi di metano in una cavità naturale a 2.550-2.800 metri di profondità. Anche prima del sisma le comunità locali avevano protestato contro l’iniziativa.
Che in un periodo così critico per l’economia si presentava anche con degli aspetti particolarmente seducenti, in primis, per la possibilità di creare almeno 1300 posti di lavoro.
Un investimento complessivo da 300 milioni di euro che dovrebbe creare un deposito – il sesto in Italia per capacità - in grado di stoccare una quantità di gas del valore commerciale, al prezzo attuale, pari a oltre 1 miliardo e mezzo di euro, facendo crescere significativamente la quota di riserve strategiche del Paese.
La società che ha in carico il progetto, la Erg Rivara, si è premurata di chiarire che nei giorni precedenti al terremoto non era stata fatta alcuna perforazione o iniezione di gas, cercando di smontare in anticipo le tesi di quanti avevano paventato che ci potesse essere una correlazione tra l’inizio dei test e quanto accaduto.
La Erg, inoltre, ha sottolineato che l’intensità dei terremoti appena registrati è da considerare «incompatibile con la presenza di uno stoccaggio di gas».
 Le comunità locali e i Verdi non la pensano così e la consigliera dei Verdi, Gabriella Meo, ha assicurato che proporrà alla Regione Emilia Romagna di ritirare immediatamente l’autorizzazione dei sondaggi esplorativi”.

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