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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

lunedì 29 ottobre 2012

"UCHIGATANA"



LE "KATANA" GIAPPONESI: TRA LEGGENDA E REALTA'

Di: ditadifulmine.com

“Sulla katana circolano storie e leggende che, a volte, sfiorano l'inverosimile. Nel corso dei secoli, a queste spade sono stati attribuiti poteri quasi sovrannaturali, ma quanto c'è di vero negli aspetti più straordinari della katana?
Affrontare l'argomento delle spade giapponesi richiederebbe interi volumi dedicati alla loro evoluzione, alle tecniche costruttive, e al ruolo sociale che la katana ha svolto fin dall'inizio del periodo dei "Reami Combattenti" giapponesi. E' stato un po' difficile limitare la quantità di informazioni da inserire in questo post, ma era impossibile non citare alcuni dei numerosissimi aspetti curiosi e poco noti della katana giapponese.
Mi limiterò, quindi, a riportare informazioni e curiosità su cui basare i vostri approfondimenti personali, nella speranza che l'argomento possa appassionarvi.
Iniziamo con un po' di storia: la spada che oggi chiamiamo katana sembra essere nata a partire dal XII° secolo dall'evoluzione della spada tachi, probabilmente per rispondere all'esigenza di lame maneggevoli anche in spazi ristretti.
La katana viene generalmente definita come una spada dalla lama leggermente curva e dalla lunghezza di 60-70 centimetri, dipendentemente dal periodo di produzione e dalla moda del tempo. Non è molto differente dalla spada tachi, più lunga e con una curvatura della lama più pronunciata, e spesso le due tipologie di spada giapponese sono distinguibili solo dalla firma sul codolo (nagako).
La veloce estrazione della katana dal suo fodero, possibile grazie alla lama generalmente più corta (e più pesante, a parità di lunghezza) di quella del tachi, era perfetta per lo stile di combattimento dei samurai, in cui il colpo più veloce doveva essere in grado di abbattere all'istante un avversario.
Anche il modo di indossare la spada lunga subì dei cambiamenti dopo l'origine della katana: quest'arma consentiva di estrarre e colpire l'avversario in un unico gesto, a patto che fosse indossata in modo differente rispetto al tachi.
Utilizzare il termine katana per definire, indipendentemente dalla collocazione temporale di ciascuna arma, ogni spada giapponese dotata di certe caratteristiche, non è del tutto corretto.
Come capita per i cambiamenti sociali delle culture presenti e passate, anche la concezione della guerra e delle armi ha attraversato periodi differenti; una katana prodotta prima dell 1573 (periodo Muromachi), quindi, è stata realizzata utilizzando tecniche differenti, e per scopi altrettanto diversi, rispetto ad una katana prodotta in tempi relativamente moderni.
Ci sono ovviamente dei punti in comune che possono definire in modo più o meno preciso una katana giapponese autentica, in primo luogo il tipo di acciaio utilizzato per forgiarla.
La katana autentica viene prodotta a partire dall'acciaio Tamahagane, una combinazione di acciaio ad alto e basso contenuto di carbonio. Questo tipo di composizione consente di ottenere lame allo stesso tempo estremamente affilate ma difficili da rompere in combattimento.
L'acciaio Tamahagane veniva prodotto tradizionalmente solo 3-4 volte all'anno tramite un processo che richiedeva 5 giorni tra costruzione della fornace, produzione dell'acciaio e pulitura finale. Per produrre circa 2 tonnellate di acciaio (solo la metà del quale era di qualità tamahagane) venivano utilizzate 13 tonnellate di carbone e 8 di sabbia nera (satetsu).
Una volta acquistata una porzione di tamahagane, il fabbro inizia a comporre un puzzle di frammenti di acciaio in base al contenuto di carbonio dei frammenti stessi, portando il tutto ad elevata temperatura per ottenere un lingotto lavorabile.
Il lingotto viene allungato e piegato a "U" diverse volte (almeno 16), per eliminare la maggior parte delle impurita che potrebbero intaccare la resistenza della lama.
Si procede poi con la lavorazione del lingotto per ottenere una forma rudimentale di spada, leggermente o per nulla ricurva. La curvatura della lama sarà ottenuta temperando l'acciaio attraverso una tecnica particolare: ogni costrutture di spade ricopre la lama con diversi strati di un composto realizzato con argilla, acqua e altri ingredienti (ogni artigiano ha la sua personale ricetta), distribuendo uno spesso strato del composto sul filo della lama.
L'argilla funge da isolante termico: dopo aver scaldato la lama, l'acciaio rovente viene immerso in acqua o olio, e il ridotto isolamento termico sul dorso farà incurvare leggermente la lama. Il risultato aggiuntivo di questa operazione è la creazione di un hamon, un motivo a linee ondulate sul filo della lama che spesso viene utilizzato come "firma" del costruttore.
Quanto è realmente efficace una katana realizzata secondo il metodo tradizionale? Tutta la complessa metodologia e la ritualità elaborate per la sua costruzione custodiscono i segreti di una delle lame più efficaci del pianeta: qualità superiore del metallo, e incredibile precisione in ogni passaggio richiesto per la sua costruzione.
Quando l'acciaio con lo 0, 7% di carbonio viene portato a 750 °C, diventa austenite, un particolare stadio del metallo d'importanza cruciale per la tempra dell'acciaio.
Quando l'austenite viene raffreddata rapidamente cambia struttura trasformandosi in martensite, una forma estremamente dura dell'acciaio; ma se il raffreddamento è relativamente lento, la sua struttura si modifica in perlite, una forma più morbida del metallo.
Il composto a base di argilla consente di controllare il raffreddamento delle diverse parti della lama, allo scopo di ottenere un corpo resistente e flessibile e un filo estremamente sottile e duro”.






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