IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

con il patrocinio di: • Associazione socio-culturale ITALIA MIA di Roma, • Regione Lazio, • Provincia di Roma, • Comune di Arcinazzo Romano, e in collaborazione con • Associazione Promedia • PerlawebTV, e con la partnership dei siti internet • www.luoghimisteriosi.it • www.ilpuntosulmistero.it

LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

martedì 29 marzo 2016

BIG PHARMA E...LE MORTI "OPPORTUNE"



SEGNALATO DAL DR. GIORGIO PATTERA (BIOLOGO - GIORNALISTA)

Quindici medici naturopati morti “per caso” in cinque mesi:

Diversi sono stati assassinati, alcuni si sarebbero uccisi e altri colpiti da infarto. Per le autorità è solo una coincidenza capitata tra giugno e ottobre 2015, ma c’è chi accusa misteriosi killer al soldo di Big Pharma.

di Rino Di Stefano

 “Negli Stati Uniti è in atto una strage di medici naturopati. Solo nel 2015 ne sono stati uccisi quindici in diversi stati. Le modalità cambiano da caso a caso, per cui gli inquirenti non possono addebitare tutte quelle morti ad una sola mano. Sarebbe comunque singolare che qualcuno, per ignote ragioni, potesse aver deciso di prendersela con medici che avevano la sola colpa di curare i loro pazienti nel modo più naturale possibile evitando, ovunque le circostanze lo avessero consentito, di insistere troppo col somministrare prodotti chimici particolarmente pesanti per l’organismo umano. Il fatto poi che questi medici stessero testando un nuovo metodo naturale contro il cancro e l’autismo, non può che suscitare una certa perplessità…”

DA AGGIUNGERE A QUESTE CONSIDERAZIONI IL FATTO CHE PROPRIO IN QUESTI GIORNI :

“De Niro ritira film anti vaccinazioni dal Tribeca Film Festival”

L'attore ha rinunciato alla proiezione del film che spiega le tesi del medico Andrew Wakefiled: "Non credo possa contribuire al dibattito come speravo"

“NEW YORK - Dopo giornate di polemiche, Robert De Niro ha deciso di non presentare al suo Tribeca Film Festival il controverso film Vaxxed: from Cover-Up to Catastrophe (Vaccinati: dall’insabbiamento alla catastrofe) di Andrew Wakefield, il medico che accusa le autorità americane di aver nascosto i dati di uno studio che indicherebbe un rapporto tra la diffusione delle vaccinazioni e l’aumento delle diagnosi di autismo”.


TUTTO QUESTO E’ STRETTAMENTE CORRELATO ? DE NIRO HA SUBITO PRESSIONI E MINACCE PER NON DIVULGARE IL FILM?

PER FARTI UNA TUA OPINIONE E COMUNQUE PER SAPERNE DI PIU, LEGGI L’ARTICOLO INTEGRALE DI RINO DI STEFANO:




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giovedì 24 marzo 2016

CERVELLO, DNA E COMPUTER QUANTICI


SEGNALATO DA GIANLUCA VIAPPIANI (CENTRO CULTURALE DI RICERCHE ESOBIOLOGICHE GALILEO)

“Ricercatori Inglesi hanno ri-scoperto un Hard Disk della capacità di 360 Tera Bite in grado di sopportare temperature di oltre 1000 gradi e potenzialmente sopravvivere 14 miliardi di Anni! Perchè ho usato il verbo riscoperto?  … circa duecentomila anni fa qualcuno ha programmato il nostro DNA perchè creasse all' interno del nostro cervello tale potentissimo congegno, ed infatti l' unico organo del nostro corpo che contiene uno o più cristalli è proprio il cervello !”
Cervello, DNA e computer quantici…

G.V.

da:

Mini dischi 5D con capacità di 360 TB conservano dati per 14 miliardi di anni

Creato il supporto di archiviazione eterno: i Mini dischi 5D conservano 360 terabyte di dati in un minuscolo disco trasparente. Resistono a temperature fino a 1.000 gradi centigradi: somigliano ai cristalli di Superman.


 Perfezionata la tecnologia dei Mini dischi 5D: registrano dati in 5 dimensioni su di un minuscolo disco trasparente con una capacità di 360 terabyte. Nel 2013 i ricercatori dell’Università di Southampton nel Regno Unito avevano presentato per la prima volta la tecnologia per la registrazione dati 5D arrivando a solamente 300 Kb per disco. Ora lo stesso dipartimento Optical Research Center ha incrementato enormemente la capacità, perfezionando il sistema di scrittura e lettura dei dati. La registrazione avviene impiegando potenti laser in grado di emettere impulsi di luce brevi e molto intensi: i dati sul disco consistono in microscopici punti disposti su tre strati separati da una distanza di 5 micrometri, pari a un milionesimo di metro. Oltre alle 3 posizioni sugli assi ogni punto viene letto tenendo in considerazione anche la sua dimensione e l’orientamento, da qui il riferimento alle 5 dimensioni. La nano struttura così creata modifica il modo in cui la luce attraversa il disco trasparente, che così può essere letto sfruttando in combinazione un microscopio ottico e un polarizzatore. Secondo gli scienziati dell’Università di Southampton si tratta di un supporto di memorizzazione praticamente eterno: conserva i dati senza problemi fino a temperature di 1.000 gradi centigradi mentre, a temperatura ambiente, resiste fino a 13,8 miliardi di anni. Per queste caratteristiche i mini dischi 5D sono già stati paragonati ai cristalli della memoria visti in Superman. Sono già stati impiegati per registrare la Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo, il trattato di ottica di Newton, la Magna Carta e la Bibbia. Secondo gli scienziati questi supporti sono in grado di resistere e sopravvivere indenni anche oltre la razza umana. Con la presentazione della ricerca e dei mini dischi 5D il dipartimento è ora alla ricerca di partner per completare e commercializzare questa tecnologia che potrebbe risultare perfetta per organizzazioni con grandi archivi.






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lunedì 21 marzo 2016

IL CUORE ARTIFICIALE A LEVITAZIONE MAGNETICA


SEGNALATO DAL DR. GIUSEPPE COTELLESSA (ENEA)

Un nuovo cuore artificiale a levitazione magnetica è stato impiantato con successo per la prima volta al mondo in un paziente pediatrico. L’operazione è stata eseguita all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma da un equipe mista del Dipartimento medico chirurgico di cardiologia pediatrica, diretta dal dottorAntonio Amodeo, responsabile ECMO e assistenza meccanica cardiorespiratoria.  L’intervento è stato eseguito come soluzione ponte (cioè in attesa di un cuore compatibile per il trapianto) il 7 gennaio scorso su una ragazza di 16 anni affetta da miocardiopatia dilatativa severa. L’impianto è stato necessario a causa del rischio di morte improvvisa causato dalla patologia. Dopo 4 giorni si è reso disponibile un cuore compatibile e la paziente è stata trapiantata l’11 gennaio. Il nuovo dispositivo meccanico si chiama Heart Mate 3. Negli Stati Uniti è ancora in corso il trial clinico mentre in Europa ha ottenuto il marchio CE nell’ottobre del 2015 ed è stato impiantato da allora solo su popolazione adulta. Il dispositivo funziona grazie a una pompa centrifuga a levitazione magnetica che mantiene il rotore sospeso impedendogli di entrare in contatto con altre parti meccaniche. Questo impedisce ai globuli rossi di danneggiarsi durante il passaggio del sangue nel dispositivo riducendo fenomeni come l’emolisi. Impedisce anche l’attrito delle parti meccaniche tra di loro, prevenendo così l’usura del dispositivo. Può essere utilizzato sia come soluzione ponte in attesa del trapianto di cuore, sia come soluzione definitiva (destination therapy) per chi, a causa delle sua patologia, non è eligibile per il trapianto d’organo. Alla luce degli ottimi risultati ottenuti nella sperimentazione europea, l’equipe del Bambino Gesù ha deciso di chiedere il permesso alla casa produttrice, la St. Jude Medical, di utilizzare questo modello per la prima volta al mondo su un paziente pediatrico. Il trial europeo ha dimostrato una sopravvivenza del 98% a 30 giorni dall’impianto e del 92% a 6 mesi. Ancora più importante, su 50 pazienti adulti trapiantati non si sono registrati eventi avversi (trombosi, emolisi o malfunzionamenti meccanici) che sono tra le cause principali di morte. «Ci è stata data l’opportunità di utilizzare per primi su un paziente pediatrico questo nuovo dispositivo alla luce dell’esperienza maturata negli anni dal Bambino Gesù nel campo degli impianti di cuori artificiali – spiega il dottor Antonio Amodeo – È stato un intervento reso necessario dai rischi di morte improvvisa a cui la ragazza era sottoposta a causa della sua patologia. Il nuovo dispositivo magnetico offriva garanzie migliori in termini di efficacia e di sopravvivenza ed infatti la ragazza a distanza di sole 16 ore dall’intervento era sveglia ed in ottime condizioni. Oggi la ragazza sta bene ed è stata dimessa dall’Ospedale dopo il trapianto cardiaco il primo febbraio». L'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù ha realizzato il primo impianto di cuore artificiale nel 2002. Da allora sono stati impiantati oltre 60 cuori artificiali. Il 30 settembre 2010 l’Ospedale ha eseguito l’impianto del primo cuore artificiale permanente in un paziente pediatrico portatore di distrofia di Duchenne, e, nell’aprile del 2012, quello del più piccolo cuore artificiale, del peso di 11 grammi, sempre per la prima volta al mondo, su un bambino di appena 16 mesi. Nel periodo 2011-15, il Bambino Gesù ha coperto quasi il 50% di impianti di cuori artificiali pediatrici in Italia.

FONTE:
http://www.diregiovani.it/2016/02/24/20842-bambino-gesu-roma-primo-impianto-cuore-levitazione-magnetica-heart-mate-3.dg/


  
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giovedì 17 marzo 2016

LA MELATONINA E LE AMNESIE DELLA SCIENZA


La melatonina attiva i processi di suicidio della cellula tumorale
Consente un aumento della morte delle cellule tumorali fino all’80-90%

LA SCOPERTA DELL’ACQUA CALDA! CHI HA ONESTA’ INTELLETTUALE E…BUONA MEMORIA CONOSCE BENISSIMO LE BATTAGLIE COMBATTUTE PER ANNI DAL DR. DI BELLA (E NON SOLO) PERCHE’ VENISSE RICONOSCIUTA L’EFFICACIA DELLA MELATONINA NELLA LOTTA CONTRO I TUMORI.
COMUNQUE … ANDIAMO AVANTI E LEGGETE QUELLO CHE LA SCIENZA SMEMORATA (?) DICE OGGI SULLA MELATONINA COME SE FOSSE STATA APPENA SCOPERTA.

BUONA LETTURA

MLR


Dr. Mariano Bizzarri (Università La Sapienza di Roma)

L’80% circa dei farmaci che oggi utilizziamo deriva, in un modo o nell’altro, da sostanze farmacologicamente attive presenti nei cibi, nelle piante e in qualche modo diffusa nel mondo naturale. Molte di queste sostanze vengono studiate nel mio laboratorio di Systems Biology, cioè di Biologia dei Sistemi complessi, dell’Università La Sapienza di Roma, dove le ricerche vengono condotte in aderenza ai più rigorosi di sperimentazione scientifica e i cui risultati sono regolarmente pubblicati su riviste internazionali peer reviewed ad alto valore d’impatto scientifico. In particolare il mio laboratorio si è da sempre caratterizzato, ed è attualmente il laboratorio leader, nel campo degli studi della melatonina in Italia. Siamo inoltre in stretto rapporto con il primo grande padre degli studi in questo settore, il professor Reiter dell’Università di San Antonio in Texas, e abbiamo evidenziato come la melatonina come principio farmacologico intervenga su diversi percorsi della cellula tumorale, sia della mammella che del colon, attivando quei processi che facilitano il suicidio della cellula stessa. La melatonina riesce a superare le barriere che il tumore della mammella frappone cercando di evitare di morire. Di fatto associando la melatonina alle terapie convenzionali o anche dandola in associazione ad altri principi naturali, come per esempio la vitamina D, si riesce ad avere un aumento della morte delle cellule tumorali fino all’80-90%. Questo è importante perché la melatonina è un farmaco pressoché privo di effetti collaterali e può essere associato con assoluta tranquillità ai trattamenti potenziandoli fino a livelli fino a ieri impensabili”.









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lunedì 14 marzo 2016

IL ROVESCIAMENTO (CICLICO ?) DEL CAMPO MAGNETICO TERRESTRE




SEGNALATO DAL DR. GIORGIO PATTERA (GIORNALISTA – BIOLOGO)

È accaduto (anche ?) durante l'ultima glaciazione: la ricerca è stata pubblicata su "Scientific Reports" ed è guidata da un team dell'Università di Firenze.

LA STORIA scritta nel ghiaccio: i ricercatori hanno trovato le tracce di un evento che risale a 41mila anni fa, il rovesciamento quasi completo del campo magnetico terrestre avvenuto durante l'ultima glaciazione, registrato nel ghiaccio estratto a grandissime profondità in Antartide. A darne notizia sulla rivista Scientific Reports è la ricerca di un team internazionale, guidato dai ricercatori del Dipartimento di Chimica dell'Università di Firenze Rita Traversi, Roberto Udisti, Mirko Severi e Silvia Becagli, che ha dimostrato l'efficacia delle stratigrafie di nitrati presenti nelle "carote" di ghiaccio estratte al Polo, come indicatori per ricostruire il flusso dei raggi cosmici in epoche passate. La ricerca è stata realizzata nell'ambito del progetto internazionale "Epica - European Project for Ice Coring in Antarctica". "Gli indicatori utilizzati fino a oggi per studiare il flusso dei raggi cosmici sulla Terra in epoche passate, i radionuclidi cosmogenici 10Be (Berillio 10) e 14C (Carbonio 14), hanno dei limiti - spiega Traversi, ricercatrice di chimica analitica al Dipartimento di Chimica Ugo Schiff - e la comunità scientifica si occupa da tempo di individuare nuovi marker". I ricercatori fiorentini - in collaborazione con i colleghi Sami Solanki del Max-Planck Institute for Solar System Research di Goettingen (Germania) e Ilya Usoskin del Dipartimento di Fisica dell'Università di Oulu (Finlandia) - hanno verificato la sensibilità delle stratigrafie di nitrati al flusso di raggi cosmici, dimostrando la loro efficacia come indicatori di un particolare evento, noto come "Laschamp": una forte anomalia nel profilo di concentrazione di 10Be occorsa circa 41.000 anni fa e dovuta a una rilevante escursione del campo magnetico terrestre. L'evento ha prodotto un indebolimento dello schermo della Terra nei confronti dei raggi cosmici che sono penetrati all'interno della sua atmosfera, come testimonia la presenza nel ghiaccio degli isotopi cosmogenici, come il 10Be. "Laschamp è stato l'evento geomagnetico più intenso degli ultimi 50.000 anni - racconta Traversi - Ha portato a una quasi-inversione di polarità del campo magnetico terrestre ed è stato osservato, fin dagli anni '80, in entrambi gli emisferi in numerosi archivi climatici, come rocce vulcaniche, carote di sedimenti marini e carote di ghiaccio artiche e antartiche. I nitrati presenti nella carota di ghiaccio di Epica hanno dimostrato una sensibilità al flusso dei raggi cosmici paragonabile a quella del 10Be, durante il Laschamp, e potranno quindi essere utilizzati come marker anche per ricostruire le passate variazioni dell'attività solare". La carota di ghiaccio, estratta nella base di ricerca italo-francese Concordia (nel sito di Dome C sul plateau antartico), con i suoi 3.233 metri di lunghezza copre il più ampio arco temporale mai ottenuto da un tale archivio naturale, quasi un milione di anni, che comprende gli ultimi 9 cicli di glaciazioni. E ha consentito di ottenere informazioni paleoclimatiche fondamentali sulla durata e la tempistica dei periodi glaciali e interglaciali.



Fonte:


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venerdì 11 marzo 2016

IL RITORNO DELL' ETERE



SEGNALATO DA MARCO VECCHI (OmPhi Labs  Private Research & Publishing)

Di:  Sabato Scala

DA:

La Fisica è a una svolta storica ma pochissimi se ne sono accorti

substrato causale - vuoto superfluido

Sono ormai quotidiane le notizie su nuove prove scientifiche a favore dell’esistenza di un substrato causale e di un “mondo di retroscena” che sottende ai fenomeni quantistici. Giorno per giorno appare sempre più chiaro che l’interpretazione “casuale” di tali fenomeni, ovvero l’interpretazione di Copenaghen, é superata dai fatti sperimentali. La notizia più recente risale al 23 febbraio 2016, giorno in cui é apparso su “Scientific American” un articolo dal titolo “Risolto il paradosso delle traiettorie surreali dei fotoni“ relativo alla verifica sperimentale della correttezza dell’interpretazione Bohmiana della quantistica. Ma cosa cambia con questa scoperta? Nell’interpretazione di Bohm, i fenomeni quantistici sono tutt’altro che casuali, esiste, infatti, una funzione reale e quindi non semplicemente probabilistica, che “guida” sempre e comunque le traiettorie delle particelle. In altre parole si riporta in vita una visione deterministica della realtà fisica, seppure parzialmente diversa da quella nota nella fisica classica. Onda pilota di BohmLe particelle finiscono per avere traiettorie ben definite e viene introdotta una cosiddetta “onda pilota” che traccia una sorta d’invisibile autostrada lungo cui viaggiano i fotoni e quindi l’energia che determina i cambiamenti di stato di ogni particella.


Non si nega, quindi, l’essenza probabilistica delle funzioni della MQ, ma essa viene connessa unicamente all’impossibilità di conoscere le condizioni iniziali in cui si trova la particella senza violarne lo stato (principio d’indeterminazione di Heisenberg). Esiste, quindi, una sorta di tessuto sottostante che definisce il modo in cui la particella agirà una volta “osservata” attraverso lo strumento di misura.

Con l’Onda pilota di Bohm sparisce, quindi, la casualità assoluta connessa al collasso della funzione d’onda ovvero all’evento della “Misura” che determina un passaggio con caratteristiche del casuali ed imprevedibili di una particella, dal mondo della meccanica dei quanti a quella classica. Questo salto di qualità non rende, però,  ancora chiara la direzione che stanno prendendo i ricercatori e la convergenza tra diversi studi e ricerche, che ha subito una particolare accelerazione proprio tra la fine del 2014 ed il 2015. Il “Mondo di retroscena” di Prigogine e di Bohm, stà avanzando a sempre maggiore velocità, prendendo la nitida forma della reintroduzione di un mezzo di “trasmissione” dell’informazione a effetto istantaneo (come quello previsto dalla “onda pilota” di Bohm) sparito all’inizio del secolo scorso: l’Etere.

La forma con cui questo “scomodo intruso” è ritornata è quella degli studi sui superfluidi e sulla sempre più probabile natura fluida, o meglio “superfluida” del vuoto. Alcuni lavori che ho già segnalato già in passato anche su Altrogiornale, e che oggi sono ancora assai poco conosciuti e studiati, figureranno  tra pochi anni tra i “classici” della fisica come vere e proprie pietre miliari per uno storico e radicale cambio di paradigma. Ve ne sono tanti e tutti assai recenti, ma tra questi mi piace citare, oggi, “Physical vacuum is a special superfluid medium” di Valeriy Sbitnevi, pubblicato il 13 maggio 2015 su “Selected Topics in Applications of Quantum Mechanics“. Questo lavoro è intimamente collegato alla pubblicazione di “Scientific American” e all’esperimento che conferma la natura Bohmiana della quantistica. In esso, infatti, Sbitnevi mostra come il modello “superfluidico” del vuoto, ed in particolare le equazioni di Navier-Stokes, che descrivono la dinamica macroscopica dei vortici e dei moti nel fluidi, siano una diversa forma matematica della interpretazione Bohmiana della MQ e della “onda pilota” .

In altre parole un Etere in forma di vuoto superfluido è, matematicamente, affine all’interpretazione di Bhom della equazione di Schroedinger. Precisiamo ancora meglio il concetto perché non sfugga il salto di qualità che si stà compiendo. Il Vuoto Superfluido e la interpretazione di Bhom coincidono e il “Mezzo” che consente di diffondere ovunque e istantaneamente l’informazione di correlazione che da vita ai fenomeni di entanglement quantistico. I fenomeni della meccanica dei quanti sono, quindi, matematicamente ricavabili dalle equazioni che descrivono il modo vorticoso in un superfluido. A questo rilevantissimo e naturale secondo passaggio si aggiunge il terzo ancora più rilevante sul quale mi sono soffermato sia nel nostro libro “La Fisica di Dio”, sia negli articoli divulgativi che ho pubblicato su Altrogiornale e che può essere compreso senza grande sforzo, sfogliando gli articoli relativi alle ricerche sperimentali sui superfluidi. Alcuni lavori, sempre recenti, infatti propongono l’uso di un modello noto con nome di “Vetri di Spin”, e quindi del modello di Ising, ovvero di una estensione del modello neurale di John Hopfield, per modellare sostanze in stato superluifo come l’Elio 3. In particolare i Vetri di Spin e, di conseguenza un modello affine alle reti neurali di Hopfield, è adoperabile per descrivere matematicamente bene le dinamiche e i vortici in una sostanza superfluida. Non ci vuole molto a comprendere che questi studi portano a ritenere che il passo tra una descrizione “NEURALE” dell’Elio 3 e quella NEURALE DEL VUOTO superfluido è brevissimo. In altre parole, il salto che attendevamo per riportare al centro un modello deterministico (seppure nei termini indicati da Bohm) connesso alla natura neurale del vuoto è alle porte.

PER ULTERIORI APPROFONDIMENTI SUL CONCETTO DEL VQM (VUOTO QUANTO MECCANICO – del Dr. Massimo Corbucci) LEGGI:

L’UOMO KOSMICO di Marco La Rosa – OmPni Labs 2014 – Cap. 6 Menti Innovatrici: gli umili che riscoprono la nuova fisica. Da pagina 97 a pag. 104.(ndr – MLR)


Ma torniamo al modello proposto da Bohm.

Esso è intrinsecamente olografico, ovvero prevede che l’informazione sia distribuita in modo uniforme ovunque, in tal modo consente la “Istantaneità” della propagazione delle correlazioni attraverso una “onda pilota” e, con essa, l’istantaneità dei fenomeni di entanglement. Karl Pribram, con le sue sperimentazioni sulla retina dei gatti, ha mostrato in laboratorio quanto era già stato reso noto dalla matematica delle reti neurali: il cervello opera in modo intrinsecamente olografico. A questo punto il cerchio si chiude. Il modello olografico che Bohm cercava e che non era riuscito a trovare, è quello neurale di Hopfield, o se si vuole é il modello di Ising che descrive le dinamiche del vuoto superfluido. Le conseguenze della scoperta che il vuoto e i meccanismi della gravità quantistica operano con le stesse leggi ed equazioni che governano il nostro cervello, appaiono straordinarie e fantascientifiche anche a una mente profana. Nei prossimi anni, quindi, è assai probabile, se questi studi troveranno conferme, che la natura “Non casuale” ma finalistica dell’Universo produrrà una vera e propria rivoluzione della scienza che riguarderà  tutti i settori dello scibile. Consentitemi, in chiusura, una triste profezia: alcuni italiani figureranno tra i primi nomi in queste scoperte, ma tutti proverranno da contesti di ricerca che operano fuori dal nostro paese e non per mancanza di finanziamenti, ma per una tendenza tutta italiana a privilegiare ed esaltare il peggio e la mediocrità in tutti i settori, allontanando innovazione, capacità e inventiva.

PER ULTERIORI INFORMAZIONI SU SPAZIO-TEMPO SUPERFLUIDO:

E se lo spazio-tempo fosse un superfluido?


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martedì 8 marzo 2016

UNA GRANDE SCOPERTA…POCO SCIENTIFICA !


PREMESSA:
devo ringraziare Massimo perché non potendone più della mia insistenza, ha deciso di puntualizzare, per l’ennesima volta, il suo pensiero (ora non più solamente suo) sulle false scoperte dovute alla “cattiveria scientifica”. Quando ci siamo sentiti agli inizi di Gennaio, mi disse: “Marco lo sai con certa gente…ormai è tempo perso che stiano a crogiolarsi fino a bruciare nella frustrazione… “Nemo sapiens nisi fortis = nessuno può essere sapiente se non è forte (d’animo)”. Ma ero sicuro ormai di avergli messo il tarlo, di averlo stuzzicato nel profondo ed infatti…eccola qui la “giusta replica” dalle pagine del GdM, per il quale, anche io, sono orgoglioso di scrivere.

Marco La Rosa

Dal GdM 524 -  Marzo - Aprile 2016: 



 "LE VERITA' SVILITE E NEGATE"

di:  Massimo Corbucci (Fisico Nucleare e Medico)

“…Questa news è datata 4 Gennaio 2016 e dovrebbe far sentire i lettori del GdM molto orgogliosi di esserlo: “Un team di scienziati giapponesi del Riken Nishina Center for Accelerator Based Science ha scoperto l’ununtrio, mentre la scoperta degli altri 3 elementi si deve alla collaborazione tra il Joint Institute for Nuclear Research a Dubna, in Russia, il Lawrence Livermore National Laboratory in California e L’OAK Ridge National Laboratory di Oak Ridge, Tennessee. Gli altri 3 elementi sarebbero l’unumpentio, l’ununseptio e l’ununoctio”. Si legge, dalla stessa fonte, che sarebbero questi” “i metalli sintetici dalla vita brevissima…” (che durano milionesimi di secondo e quindi se volete la prova, ci dispiace tanto, non ve la possiamo dare !). Insomma, a distanza di ben 15 anni, da quando la stessa identica scoperta fu ritrattata e di 18 anni da quando il più potente acceleratore atomico del mondo, il GSI di Darmstadt si imbattè nell’impossibilità di sintetizzare atomi con numero atomico superiore a 112, rieccoci con la “grande scoperta” degli atomi con 113,115,117 e 118 elettroni, che ovviamente si disintegrano subito e quindi…!
Voi lettori del GdM la verità la sapete: fui convocato in Germania nel 2000, a motivo dello sconcerto che ebbero i più grandi fisici del mondo (quelli tedeschi del GSI), nel prendere atto che, “inspiegabilmente” atomi con più di 112 elettroni, non si “assemblavano”. E la spiegazione è che la struttura “naturale” è diversa dai modelli immaginati e non può contenere più di 112 elettroni. Pertanto la corsa al metallo del terzo millennio, con 114 elettroni, che secondo la teoria del NUMERO MAGICO 114 premiata con il Nobel nel 1963, sarebbe stato un metallo stabile, non più radioattivo e passibile di disintegrarsi, come tutti gli atomi di grosso numero atomico, dovette essere fermata e la “bomba atomica totale” non si poté più fare (Vivaddio, è il caso di dire !).”

APPUNTO PER ALCUNI UFOLOGI: Che dire a proposito delle famose dichiarazioni del sedicente fisico e rivelatore ufologico Bob Lazar, che avrebbe lavorato nel Nevada Test Site vicino all’ Area 51 (settore S-4), su tecnologia (presunta) aliena? A mio parere difficilmente avrebbe potuto maneggiare (almeno sulla Terra) “qualcosa” composto dall’elemento 115 (ora denominato "ununpentio"), quindi ricollegandomi anche alle dichiarazioni del compianto Edgar Mitchell: “gli ufo ci hanno salvato dalla guerra”, è più che logico non ci abbiamo lasciato (nemmeno involontariamente) “in mano” la “bomba atomica totale”, come appunto precisato da Corbucci. (ndr – MLR)

“…Sul GdM 465 del 2010 e nel libro "La fisica del caso" pubblicammo l’articolo “che fine ha fatto il metallo del terzo millenio?”. Sul GdM 522 del del Dicembre 2015, chiudemmo l’anno proprio con l’articolo: “ La Scienza che non c’è”, dove è spiegato come mai nessuno scienziato al mondo è capace di disegnare semplicemente la struttura di un atomo con più di 20 elettroni. L’elettrone 21° non si sa come collocarlo! Il numero attuale del GdM (524 Marzo-Aprile 2016), credo sia decisamente esaustivo sul perché le verità vengano negate!
Conclusione: in verità il sistema periodico conta 112 elementi e non di più, checché qualcuno insista a presentare assurde scoperte degli elementi 113,115,117,118 col beneficio di poterle ritrattare e anche col beneficio non poter dimostrare la scoperta di atomi che…si disintegrano istantaneamente e di dimenticare che col numero 114 la dimostrazione ci sarebbe e come! La Nuova Tavola periodica si ferma a 112.


Traete le dovute conclusioni, cari lettori. Chiedetevi come mai il GSI tedesco non fa parte del gruppo di laboratori che hanno fatto la grande scoperta. Non vi sembra un affronto alla serietà scientifica che vengano annunciate scoperte impossibili, come quella della particella di Dio, al CERN, però sempre con il “beneficio” o di non poterle dimostrare o di non dirla tutta? Tragico è che le persone comuni bevono tutto quel che viene loro propinato… a bocca aperta ! Voi siete differenti?

Da: Il Giornale dei Misteri n. 524 Marzo-Aprile 2016 – LE VERITA’ SVILITE E NEGATE di Massimo Corbucci (Fisico Nucleare e Medico).

Per approfondimenti:
L’UOMO KOSMICO di Marco La Rosa – Ed. OmPhi Labs 2014 – da Pagina 93 a pagina 104


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" IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: LA VERA GENESI DELL'HOMO SAPIENS"
DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs






                             http://marcolarosa.blogspot.it/p/come-fare-per.html 



sabato 5 marzo 2016

LE PIANTE “VACCINO” …RITORNO AL GAN-EDEN?



PREMESSA DI MARCO LA ROSA:

Devo ringraziare il Dr. Cotellessa, che mi aggiorna costantemente sui più importanti (e davvero utili) progressi scientifici che vedono i ricercatori dell’ENEA sempre in primo piano. Quello che leggerete di seguito, a mio avviso, si può ritenere una delle più importanti e promettenti scoperte (o forse è meglio dire ri-scoperte) del nostro secolo riguardo la salute e la vita in salute dell’uomo. Vita lunga ed in salute significa vivere senza malattie, quindi senza essere dipendenti dalle medicine, significa debellare definitivamente non solo le malattie, ma anche gli errati “paradigmi” che ci vedono soccombere sotto la pressione di interessi economico-politici che hanno inquinato non solo le menti ma anche l’ambiente in cui viviamo. Prima ho parlato di ri-scoperte perché, cronache molto antiche, ci svelano che la “prima umanità”, viveva in un Gan-Eden (giardino recintato) nel quale poteva cibarsi di piante e frutti che garantivano longevità e salute… ma dopo la cacciata (o caduta) tutto è cambiato… e siamo diventati deboli e mortali…

Buona lettura

SEGNALATO DAL DR. GIUSEPPE COTELLESSA (ENEA)


AL VIA I TEST SULL'UOMO DEL VACCINO ANTI-HIV OTTENUTO DA PIANTE TRANSGENICHE

E' STATO OTTENUTO, GRAZIE AL LAVORO DI UN GRUPPO INTERNAZIONALE, DA PIANTE DI TABACCO E MAIS GENETICAMENTE MODIFICATE

Un consorzio europeo, il Pharmaplant, costituito da 39 gruppi internazionali (di cui 3 italiani), ha messo a punto (tra gli altri) un vaccino anti-Hiv ottenuto da piante di tabacco e mais geneticamente modificate. Il vaccino sarà testato sull'uomo in Gran Bretagna. La notizie è stata data nel corso del II Congresso mondiale su "Vaccini e antibiotici prodotti in pianta" in corso a Verona, a cui hanno preso più di 150 esperti in biotecnologie vegetali provenienti da ogni parte del mondo. Mario Pezzotti, docente di Genetica agraria all'Università di Verona e organizzatore del Congresso ha affermato: "Nell'innovativo campo del Molecolar-farming, ovvero della coltivazione in piante di molecole di interesse farmaceutico si stanno facendo grandissimi progressi, anche se l'interesse delle aziende farmaceutiche ad investire nel settore rimane scarso''. Per ora in commercio esiste solo un prodotto di questo tipo, autorizzato dalla FDA e si tratta di un vaccino contro una particolare malattia virale dei polli, ottenuto da piante di tabacco OGM. Ma altri vaccini ottenuti da piante sono in fase avanzata di sperimentazione, tra cui quelli contro l'Aids e la Tbc ottenuti da tabacco e mais. Mentre sono in fase di studio anche altri vaccini "coltivati" in piante (soprattutto tabacco), contro l'influenza umana, l'influenza aviaria, la varicella e anticorpi contro il cancro al collo dell'utero.


I cibi vaccino:
I vaccini hanno avuto un ruolo straordinario nel debellare numerose malattie nel corso degli anni, sin dalle loro prime apparizioni, come nel caso del vaiolo a fine '700, fino ad arrivare al successo contro la polio negli ultimi decenni. Tuttavia continuano a sussistere numerosi problemi legati all'impossibilità di assumere i vaccini in diverse zone del globo, specialmente nelle zone più povere. A più del 25% dei bambini nel mondo mancano i principali vaccini, esponendoli a malattie letali come la difterite, la pertosse, la poliomelite, il morbillo, il tetano e la tubercolosi. Si tratta di malattie che nel mondo occidentale e sviluppato sono ormai un lontano ricordo ma che nei paesi in via di sviluppo e sottosviluppati rappresentano ancora un flagello da sconfiggere.  Inoltre è una situazione che non riguarda solamente le zone a cui mancano le misure sanitarie ma il mondo intero dato che, a causa della globalizzazione e l’attuale crisi dei migranti, malattie scomparse da tempo possono ritornare prepotentemente in ribalta. Una delle possibili soluzioni a questi problemi potrebbe essere l'introduzione dei cibi vaccino, cioè alimenti (vegetali per la maggior parte) contenenti al loro interno gli anticorpi necessari a provocare la risposta immunitaria. Un’ idea del genere viene già applicata attualmente, anche se non si tratta di un vero e proprio vaccino, per combattere l'ipertiroidismo (gozzo) dovuto principalmente ad una carenza di iodio, già da molti anni si produce quasi esclusivamente sale iodato (recentemente si pensa di aggiungerlo anche al pomodoro); oppure il famoso golden rice, riso dorato,per combattere la carenza di beta-carotene. I vantaggi di un'innovazione del genere sono enormi, come già aveva intuito nei primi anni '90 Charles J. Arntzen alla Texas A&M University, dove si stavano compiendo studi sull'argomento. Le piante vaccino potrebbero essere coltivate localmente, evitando anche problemi logistici , ed essere disponibili su larga scala, riducendo i costi. Inoltre non richiederebbero assistenza medica (non sempre disponibile) ed eviterebbero problemi di carattere infettivo legati alla contaminazione delle siringhe. Senza considerare che non sarebbe più necessaria la purificazione delle proteine (molto costosa) e il mantenimento dei batteri refrigerandoli.

 Come funzionano:
Quando un organismo estraneo attacca il nostro corpo, si innesca la risposta immunitaria con l'afflusso di linfociti T (che attivano a loro volta i macrofagi che inglobano i resti attaccati dell'agente patogeno) e linfociti B (richiamati dai linfociti T helper e con i propri anticorpi). Con il tempo la risposta si affievolisce, ma alcuni particolari linfociti B ("memory" cells) rimangono sempre in allerta, in modo che in caso di secondo attacco l'organismo si faccia trovare pronto. I vaccini sfruttano questi comportamenti per indurre l'organismo a produrre gli anticorpi in caso di infezione futura da parte di una malattia. La metodologia classica si basa su vaccini a sub-unità, cioè composti da proteine antigeniche private dai geni patogeni. Dato che richiedono culture batteriche da conservare refrigerate, i costi sono piuttosto elevati e non accessibili a tutti. Le piante vaccino applicano lo stesso principio, contenenti cioè gli antigeni senza i geni responsabili della malattia. Le modifiche del DNA della pianta devono avvenire quando è ancora in stato embrionale, in modo che crescendo possa trasmetterli ai frutti di cui ci nutriamo (con uno dei metodi di trasmissione del dna, esaminati in precedenza). Una volta introdotto l'antigene il frutto della pianta conterrà i geni nel DNA che codificano per gli antigeni e che potranno agire una volta ingeriti. Le difficoltà incontrare nel corso delle ricerche sono molteplici, in quanto ci si deve focalizzare su piante che possano essere disponibili a basso costo e che non facciano perdere all'antigene la sua efficacia. Inoltre bisogna anche considerare la cottura che potrebbe distruggere gli antigeni (anche se le ultime ricerche si stanno orientando su vaccini contro il calore), e dunque alimenti che possano essere mangiati crudi. I primi studi sono stati effettuati sulla pianta del tabacco, con la riuscita produzione di antigeni dell'epatite B. Poi si è proseguito con le arachidi contro la peste bovina (Rinderpest), la papaya contro la cisticercosi (infezione parassitaria del sistema nervoso), le patate per il rotavirus (vomito e diarrea) e il riso contro l'ulcera gastrointestinale. Per quanto riguarda l'epatite B (che causa un milione di morti all'anno) esiste un vaccino per contrastarla, ma nelle zone povere è poco diffusa a causa degli elevati costi e la necessità di personale medico. Le banane potrebbero essere un'ottima soluzione, data la loro diffusione e relativo poco costo (con il metodo A. Tumefaciens). La malaria è un'altra malattia che flagella la popolazione mondiale con più di 3 milioni di morti all'anno, con la maggior parte sotto i 5 anni. Si tratta di una malattia che necessità di un minimo di 10 antigeni diversi, dunque diverse vaccinazioni: si può facilmente immaginare quanto possa essere difficile e costoso schedare 3/4 vaccinazioni per oltre 2 miliardi di persone. Per questo i pomodori possono essere dei buoni vaccini, in quanto variano in forma, dimensioni, colore e quindi facilmente distinguibili con un vaccino per ogni tipo (il metodo usato è il gene gun). Uno studio coreano presso il Korea Research Institute of Bioscience and Biotechnology sta studiando un progetto di pomodoro vaccino contro l'Alzheimer: sempre mediante il metodo biolistico, verrebbe introdotto al suo interno il gene della proteina beta-amiloide. Si pensa che si possa irrobustire il sistema immunitario, come è stato provato con successo sui topi. Esistono ancora numerosi problemi legati ai cibi vaccino, con numerose questioni ancora da risolvere. Una di queste è il giusto dosaggio del vaccino: risulta difficile fornire esattamente l'esatta quantità di antigeni necessari, anche perchè bisogna considerare numerosi fattori come l'età, il sesso o l'altezza. Una dose troppo bassa non riuscirebbe ad attivare la risposta immunitaria e una risposta troppo alta potrebbe causare intolleranza.  


Inoltre bisogna anche considerare l'autoimmunità, specialmente per quanto riguarda i diabetici . Per evitarla una soluzione potrebbe essere sempre con i cibi vaccino, ingerendo autoantigeni che attivano i soppressori evitando l'attacco alle cellule del pancreas. Tralasciando l'aspetto prettamente scientifico, non dobbiamo dimenticare che non sempre si riesce a trovare i finanziamenti per questo genere di progetti dalle multinazionali alimentari e farmaceutiche (proprio per gli ovvi motivi di lucro sulle malattie che non devono essere debellate! NDR – MLR).  Tuttavia, nonostante tutto, le ricerche su questo campo continuano e fra pochi anni potrebbero trovare un riscontro reale nel mercato nutraceutico, dato che le potenzialità dell'idea sono enormi e potrebbe rappresentare una definitiva soluzione al problema sanitario nelle zone sottosviluppate. Sempre che questo convenga alle tasche dei potenti ! (?) (NDR-MLR). Molecole anti Aids, vaccini anti vaiolo contro il bioterrorismo, betacarotene: il tabacco può diventare una biofabbrica per produrre molecole di interesse farmaceutico e integratori alimentari come emerge dalle ricerche presentate a Benevento durante la '''Giornata dell'Innovazione in Agricoltura''. L'iniziativa è stata organizzata da Futuridea, Innovazione utile e sostenibile, in collaborazione con Consorzio per la Sperimentazione, Divulgazione e Applicazione di Biotecniche Innovative (Consdabi), assessorato all'Agricoltura della Regione Campania, consorzio Gal Cilsi dell'Irpinia, Gruppo di Azione Locale (Gal) Molise, Provincia di Benevento, gruppo Mataluni. Gli studi sono tutti in corso a Napoli e i ricercatori si stanno concentrando sul tabacco come biofabbrica di molecole di interesse farmacologico perchè la pianta, ha spiegato Manuela Rigano dell'università Federico II, non è commestibile. Quindi in una eventuale applicazione non si sottraggono piante a scopi alimentari per uomini e animali, ''è facilmente coltivabile e trasformabile dall'ingegneria genetica per ottenere piante transgeniche''. Molecole contro l'Aids: ricercatori del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) e dell'Istituto Pascale hanno ottenuto piante di tabacco transgeniche inserendo nel Dna della pianta un gene del virus Hiv per far produrre alla pianta una proteina chiamata Gag, attualmente in sperimentazione sui topi, da usare come antivirale contro il virus Hiv. Vaccino anti-vaiolo contro il biotetrrorismo: la pianta di tabacco si è dimostrata anche una biofabbrica di vaccini: ''inserendo nel tabacco un gene del vaiolo – ha spiegato Luigi Frusciante, dell'universita' Federico II di Napoli - sono state ottenute piante di tabacco allo studio per produrre un vaccino contro il vaiolo''. La ricerca, finanziata anche dall'Istituto Spallanzani di Roma, è frutto di una collaborazione fra Cnr e università Federico II. Sebbene il vaiolo sia stato eradicato, la ricerca e' stata condotta, spiega la ricercatrice Manuela Rigano della università Federico II, ''perchè il vaiolo è una delle malattie prese in considerazione dal bioterrorismo''. I vantaggi di ottenere vaccini dalle piante ha spiegato Frusciante, sono soprattutto due: perchè i vaccini di origine vegetale sono meno costosi e non hanno effetti collaterali dannosi per l'uomo. Integratori alimentari: dal tabacco è possibile ottenere anche integratori alimentari: lo dimostra il gruppo di ricerca di Cnr, università Federico II e università di Salerno che, inserendo nel Dna del tabacco il gene di un batterio, riescono ad aumentare la produzione di betacarotene da parte della pianta. Vaccini contro l'antrace e anticorpi contro la carie: negli Stati Uniti sono in fase di sperimentazione avanzata progetti che utilizzano piante di tabacco modificate per produrre antivirali, vaccini contro l'antrace, anticorpi contro la carie e il cancro. ''Da un ettaro di tabacco - ha osservato Frusciante - si possono produrre 50 chilogrammi di anticorpi contro la carie, 900 milioni di dosi di vaccini contro l'antrace, 19 chilogrammi di proteine antitumorali''.



Prodotte molecole che potrebbero essere utili per sviluppare in tempi brevi vaccini sicuri ed economici

Nuove prospettive in biomedicina: nei laboratori del Centro di ricerche ENEA della Casaccia dalla pianta del tabacco sono state prodotte molecole che potrebbero essere utili per sviluppare in tempi brevi vaccini sicuri ed economici e nuovi strumenti diagnostici per fronteggiare eventuali nuove emergenze sanitarie. Le applicazioni partono dalla SARS, la sindrome respiratoria acuta grave divenuta vera e propria emergenza mondiale nel 2003, che seppur contenuta all’epoca presenta ancora oggi un elevato rischio di nuovi episodi, in quanto non è ancora disponibile un vaccino, nonostante gli sforzi a livello globale. Il percorso avviato da ENEA consiste in una vera e propria “fabbrica di molecole” dal grande potenziale: grazie allo studio, condotto  in collaborazione con l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e il Prince of Wales Hospital di Hong Kong, sono state prodotte in pianta alcune molecole del virus che causa la SARS. Questo approccio, tuttavia, può essere esteso ‘in generale’ anche ad altri agenti infettivi con possibile uso bioterroristico o con potenziale pandemico, come ad esempio l’epidemia da virus Zika, esplosa di recente in America Latina, che rappresenta una delle grandi emergenze sanitarie degli ultimi anni. Utilizzando le piante come bioreattori – in questo caso una specie di tabacco considerata un modello per la molecular farming –  lo studio ha permesso di produrre, in particolare, una molecola del virus che è stata riconosciuta dagli anticorpi di persone che avevano contratto la SARS nel 2003, aprendo quindi la strada allo sviluppo di test diagnostici rapidi ed economici, ma anche di strumenti innovativi per la protezione e la cura degli individui affetti da queste patologie. I vaccini ottenuti da piante, infatti, sono la nuova frontiera nel campo della prevenzione di epidemie e pandemie: veloci da ottenere (anche solo due settimane), sicuri e poco costosi. Lo studio è il risultato della collaborazione di alto livello tra centri di ricerca di Italia e Cina dalle competenze multidisciplinari tra cui biologia molecolare, biotecnologie vegetali, virologia, medicina e immunologia, ed è stato pubblicato di recente su Frontiers in Plant Science, un’autorevole rivista internazionale del settore. Oltre alla SARS, negli ultimi due decenni alcuni virus, come ad esempio Ebola e di recente Zika, hanno causato malattie ad alto potenziale pandemico provocando vere e proprie emergenze sanitarie per il rischio di diffusione su scala globale. “L’attenzione da parte degli Stati e delle industrie farmaceutiche rispetto a questi eventi contagiosi non è sempre costante – sottolinea la ricercatrice ENEA Rosella Franconi – soprattutto in termini di attività di ricerca, prevenzione e investimenti. Avere competenze per produrre velocemente e a costi contenuti, strumenti diagnostici e vaccini, può dare un contributo importante alla gestione e alla risoluzione di queste emergenze ma è necessario mantenere elevata la sorveglianza sanitaria e la profilassi internazionale, come pure sostenere la ricerca pubblica finalizzata ad accelerare lo sviluppo di tecnologie preventive e di controllo contro le infezioni causate da virus emergenti e riemergenti’.

RIUSCIREMO DAVVERO A COMPIERE QUESTA IMPRESA? OPPURE GLI INTERESSI POLITICO-ECONOMICI FARANNO IN MODO CHE NULLA DI TUTTO CIO’ SI REALIZZI?

Da:
http://www.enea.it/it/Stampa/news/salute-dalle-piante-una-biofabbrica-per-futuri-vaccini
http://titano.sede.enea.it/Stampa/skin2col.php?page=eneaperdettagliofigli&id=79
http://www.ansa.it/scienza/notizie/rubriche/biotech/2012/06/15/Piante-tabacco-un-gene-virus-Hiv_7044335.html
http://www.liceotorricelli.it/TorricelliWeb/premiati2012_file/Terzopremio/progetto/I%20cibi%20vaccino.html
http://www.meteoweb.eu/2016/02/salute-dalle-piante-una-biofabbrica-per-futuri-vaccini/641080/


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