IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens
VIDEO TRAILER

VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO
VIDEO SINOSSI DELL' UOMO KOSMICO
Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

con il patrocinio di: • Associazione socio-culturale ITALIA MIA di Roma, • Regione Lazio, • Provincia di Roma, • Comune di Arcinazzo Romano, e in collaborazione con • Associazione Promedia • PerlawebTV, e con la partnership dei siti internet • www.luoghimisteriosi.it • www.ilpuntosulmistero.it

LA NUOVA CONOSCENZA

LA NUOVA CONOSCENZA

GdM

giovedì 23 settembre 2010

NUOVA RICERCA ONCOLOGICA




CON ESTREMA SODDISFAZIONE E "SPERANZA", MI PREGIO DI DIVULGARE E LINKARE LA RICERCA E GLI SVILUPPI CORRELATI, CHE IL DOTT. ARMANDO VECCHIETTI MI HA SEGNALATO. TROVERETE SULLA DESTRA NELLA SEZIONE DEI LINK FISSI IL "BOTTONE" RELATIVO PER RIMANERE AGGIORNATI E "PASSARE PAROLA". LA VERA RICERCA NON E' MORTA.....ECCOVI LA PROVA!!!!

Marco LA Rosa


" Fare ricerca scientifica significa fare domande alla natura.
Guarda ed ascolta solo ciò che la natura ha da dirti e non quello che vuole il tuo sponsor.
Dimentica per un istante anche quello che hai imparato a scuola e sii pronto a riesaminare le tue vecchie “certezze”.
Confronta le nuove conoscenze con le vecchie e non cercare di essere acuto o intelligente.
E’ sufficiente che tu sia umile.
Se hai timore di ciò che i tuoi colleghi potrebbero dire sulla tua ricerca non potrai mai essere un vero ricercatore.
Non cercare di “indirizzare” gli esperimenti, prima cerca di comprenderli e poi eseguili fedelmente.
Abbi fiducia delle tue sensazioni ma poi controlla i risultati con strumenti che siano indipendenti dai tuoi sensi.
Non cercare di sviluppare idee su qualcosa che non hai mai visto.
Non nascondere gli errori, parla di essi in modo franco e sii orgoglioso di conoscerli.
Essi sono i più sicuri indicatori della tua strada.

Una ragionevole domanda che possiamo porci in campo oncologico è: “Com’è possibile che la ricerca oncologica nonostante tutti questi anni di intense ricerche e miliardi di dollari spesi non è ancora riuscita a scalfire nemmeno un pò l’enigma del cancro?
Possiamo anche chiederci: “…ma la ricerca oncologica sta veramente cercando nella direzione giusta oppure e’ necessario ed opportuno cambiarla ?”
Tutti sappiamo che tra i problemi irrisolti dell’oncologia quello più indagato è come si forma la cellula cancerosa.
Per la ricerca oncologica classica non c’e’ dubbio che essa si formi da una mutazione genetica della cellula sana.
Per spiegare la sua origine, i ricercatori hanno indagato in numerosi settori cercando cause virali, immunologiche o genetiche ma fino ad oggi non sono mai approdati a nulla di definitivo.
Nonostante il bilancio non proprio soddisfacente, molti credono ancora che un vaccino, le cellule staminali o i farmaci “intelligenti” prima o poi risolveranno il problema.
Ma come è possibile che una cellula sana diventi cancerosa e sia capace di distruggere un organismo per altri versi sano?
In fondo, la cellula cancerosa è un organismo molto fragile, si uccide con un soffio e quando è aggredita è incapace di opporre una resistenza efficace.
In verità le cellule dei tessuti colpiti, molto prima delle manifestazioni più visibili della malattia, subiscono delle modificazioni che solo in seguito portano alla formazione della cellula cancerosa.
Vedremo tra breve come sia un errore credere che la cellula cancerosa si sviluppa direttamente dalla mutazione genetica di una cellula sana.
Molto probabilmente se la lotta contro il cancro non ha raggiunto gli obiettivi che si era proposta di raggiungere è perché ha continuato a considerare la cellula cancerosa come l’oggetto della ricerca senza rendersi conto che il cancro non è la malattia di una cellula ma la malattia di tutto l’organismo.



Dr. Armando Vecchietti.




martedì 14 settembre 2010

GUERRA AL "CANCRO": LA NUOVA FRONTIERA !


Un gruppo di ricercatori ha trovato molecole di Rna capaci di innescare la morte selettiva nelle cellule tumorali, e solo in quelle. Sarebbe una svolta per le cure oncologiche.

CRONACA – Da tempo la ricerca medica va a caccia di terapie mirate contro i tumori. Farmaci, cioè, che agiscano in maniera oculata, eliminando solo e soltanto le cellule malate senza sfiorare quelle sane. I farmaci chemioterapici convenzionali, per quanto abbiano “raddrizzato il tiro” rispetto al passato, non riescono a essere così precisi: colpiscono le cellule che si riproducono velocemente, una caratteristica che non è prerogativa esclusiva del tumore, ma anche per esempio dei follicoli piliferi, da cui deriva l’effetto collaterale della perdita dei capelli. Un gruppo di ricercatori del California Institute of Technology ha messo a punto un’arma che punta dritto al cuore del tumore e potrebbe virtualmente eliminare le ripercussioni dannose e pesanti della chemioterapia.

Si tratta di molecole che agiscono come un programma del computer: se trovano una mutazione nel Dna, che indica la trasformazione maligna, spingono il pulsante di autodistruzione cellulare, attivando il meccanismo di difesa insito nella cellula stessa. Se non la trovano, lasciano tutto com’è. Gli scienziati le hanno battezzate “conditional small Rna”, proprio per specificare che il loro agire è condizionato da un certo segnale. “Quando rilevano una mutazione all’interno della cellula, cambiano conformazione attivando una risposta terapeutica salvifica, altrimenti restano inattive”, ha spiegato Niles Pierce co- autore dello studio pubblicato sui Proceedings of the National Academy of Sciences (PNAS).

Il trattamento sviluppato da Pierce mima l’azione di piccole molecole di Rna (acido ribonucleico) normalmente presenti nella cellula e coinvolte in molti processi vitali. L’Rna è una molecola simile al Dna, che non ha la capacità di replicarsi e svolge funzioni di messaggero, interruttore e controllo dell’informazione genetica. In questo caso sono state utilizzate due piccole molecole di Rna, composte da meno di 30 paia di basi (un gene è mediamente lungo centinaia di paia di basi). Il meccanismo è questo: se la prima molecola trova una mutazione cancerosa, si apre in due come una forcina e apre la strada al “complice”. Entra in gioco, quindi, la seconda molecola che si lega alla prima, e insieme innescano una reazione a catena per cui queste molecole di Rna continuano a legarsi fra loro, a due a due, formando un cordone sempre più lungo. Questo “intruso” induce la cellula a pensare di essere invasa da un virus e azionare il meccanismo di morte programmata.

La sperimentazione in vitro su cellule tumorali del cervello, prostata e ossa ha dato risultati sorprendenti: i “cecchini” a base di Rna eliminavano solo le cellule malate e lasciavano vivere indisturbate quelle sane. Ma i ricercatori preferiscono esser cauti: la ricerca è ancora all’inizio e molta strada resta da fare prima di arrivare a una nuova chemioterapia.

Da: Oggi Scienza 6 sett. 2010