IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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* MISTERI DELLA STORIA *

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

martedì 12 aprile 2016

DA MARCIONE A…MAURO BIGLINO




L’IMPORTANZA STORICA (E PROFETICA ?) DI  “Marcione di Sinope” ALLA LUCE DELL’ATTUALE CRISI “VETERO TESTAMENTARIA” IN ATTO NELLA CHIESA CATTOLICA.

 "Io dividerò la vostra Chiesa e causerò una divisione al suo interno che durerà per sempre". (Marcione di Sinope 140 d.C. alla Chiesa di Roma sotto Papa Pio I).

di  Marco La Rosa

Marcione ( dal creco greco: Μαρκίων; Sinope, 85 circa – Roma, 160) è stato un vescovo e teologo greco antico, fondatore della dottrina cristiana che prende il nome di “marcionismo”, considerata eretica dalla chiesa primitiva. L'ipotesi che il primo a redigere un canone del Nuovo Testamento sia stato Marcione, sviluppata da Adolf von Harnack,è tuttora oggetto di dibattito tra gli studiosi. Adolf Harnack, (Dorpat, 7 maggio 1851 – Heidelberg, 10 giugno 1930), è stato un teologo e storico delle religioni tedesco ed uno dei più rilevanti teologi protestanti e storici del cristianesimo della fine del XIX ed inizio del XX secolo.  Ritornando a Marcione bisogna sottolineare che i suoi insegnamenti furono rilevanti ed influenti nel cristianesimo del II secolo, continuando poi ad essere molto considerati anche nei secoli successivi. Ciò fu percepito come una notevole minaccia dai Padri della Chiesa, in particolare dalla Chiesa di Roma, che poi emerse vittoriosa dalla lotta contro le altre correnti dei primi secoli venendo confermata nel concilio di Nicea del 325 d.C. Erroneamente incluso nella corrente gnostica, Marcione appoggiò in pieno la dottrina di Paolo di Tarso, che sottolineava come la salvezza non fosse ottenibile solo attraverso la Legge, e la portò alle sue estreme conseguenze: secondo Marcione esistevano due figure rilevanti nella storia umana, il cosiddetto Dio degli Ebrei, autore della Legge e dell'Antico Testamento, e il Dio Padre di Gesù Cristo, che aveva mandato il proprio figlio per salvare gli uomini, ma solo il secondo era il vero Dio da adorare e che portava la salvezza. Rifacendoci quindi agli studi di Harnack è decisamente auspicabile che fu proprio il Vescovo Marcione a redigere il primo canone cristiano di cui si ha notizia, che comprendeva dieci lettere di Paolo e un vangelo (quasi sicuramente quello secondo Luca ma epurato di alcune parti), denominato poi il  Vangelo di Marcione. Contemporaneamente quindi Marcione rigettava la Bibbia ebraica,  non considerandola ispirata dal vero Dio. Non discuteremo qui dell’ormai superata e confutata teoria di Epifanio di Salamina la quale sosteneva che Marcione di Sinope non fosse in realtà un Vescovo ma un laico espulso dal proprio Vescovo (vedasi pertanto Tertulliano).  Marcione arrivò a Roma durante una sede vacante, "dopo la morte di Igino" ed inoltre è verosimile che Marcione fosse già vescovo consacrato poichè un laico non sarebbe stato in grado di disputare coi presbiteri sulle Sacre scritture come faceva lui, né avrebbe potuto dichiarare poco dopo il suo arrivo: "Io dividerò la vostra Chiesa e causerò una divisione al suo interno che durerà per sempre". Un laico non avrebbe potuto, inoltre, fondare un movimento così esteso, la cui caratteristica principale era l'episcopalismo (L'episcopalismo è una forma di governo della Chiesa che prevede una struttura gerarchica caratterizzata dalla presidenza di vescovi), che verrà ampiamente esercitato sopratutto nel medioevo e fino al Concilio Vaticano  Primo, convocato da Papa Pio IX con la bolla Aeterni Patris del 29 giugno 1868.

IL MARCIONISMO:

Il marcionismo fu un movimento cristiano “dualista” (una concezione filosofica o teologica che vede la presenza di due essenze o principi opposti ed inconciliabili), del II secolo che prende appunto il nome da Marcione di Sinope. Si hanno notizie dei seguaci di Marcione, diffusi soprattutto in Medio Oriente, fino al V secolo. Le idee di Marcione influenzarono sia Mani (Mardinu, 215 – 276 d.C. fu un profeta e predicatore iranico, fondatore del Manicheismo) che i pauliciani (erano una setta di asceti sorta in Armenia nel VII secolo che prendevano il nome dal patronimico Paul-ik, ovvero il "figlio di Paolo" perché i membri pensavano di vivere secondo il vero insegnamento di Paolo di Tarso) e quindi anche i manichei medievali. Il marcionismo venne condannato dai suoi numerosi oppositori come eresia, e combattuto tramite un cospicuo numero di opere apologetiche, la più celebre delle quali è l'Adversus Marcionem di Tertulliano, un trattato di cinque volumi scritto nel 208 circa. Gli scritti di Marcione e dei suoi seguaci sono ufficialmente andati perduti  o distrutti, anche se testimonianze controverse ne segnalano la presenza certa negli inaccessibili archivi vaticani. il marcionismo, è stato  spesso classificato come una dottrina gnostica, in realtà era un movimento a sé stante, lontano da tutte le altre correnti cristiane dei primi secoli e come tale non può essere ricollegato a nessun'altra tradizione. Il marcionismo si caratterizza per vari aspetti teologici ed esegetici che lo hanno reso un movimento unico nel suo genere. Le idee di Marcione sono state spiegate da lui stesso nell'Antitesi, un'opera teologica ormai perduta ma spesso citata da altri autori. La premessa necessaria e fondamentale per comprendere il marcionismo  è il fatto che, per Marcione, gli insegnamenti di Cristo sono incompatibili con le azioni del Dio dell'Antico Testamento. Qui subentra il “dualismo” in precedenza citato e cioè : la presenza di un primo Dio giustiziere e iracondo dell'Antico Testamento, che è allo stesso tempo una sorta di “Creatore”, mentre il secondo Dio del Vangelo, sconosciuto prima dell'arrivo di Gesù, è solo amore e pietà. Pertanto  Marcione rifiutava completamente la tradizione ebraica e l'Antico Testamento, interpretandolo alla lettera (o meglio effettuando la prima “lettura in chiaro” di cui si abbia notizia) e identificando nel Dio d'Israele una falsa divinità o meglio un essere (comunque molto potente) ma  malvagio e propugnatore del male, che si limita ad applicare punizioni severe per ogni mancanza da parte dell'uomo, che ha creato (?)  pieno di difetti e capace di qualsivoglia ripugnanza. Egli considerava quindi un Dio (essere?) crudele e dispotico quello della vecchia Alleanza, mentre interpretava in maniera del tutto originale gli insegnamenti di Gesù, ritenendo che il Dio predicato da quest'ultimo sia un Dio “straniero”, lo stesso (secondo l'idea di Marcione) a cui si riferiva Paolo parlando con gli ateniesi nell'agorà, il quale, essendo un Dio d'amore e pace, incline alla misericordia e al perdono, deve essere per forza una divinità diversa da quella d'Israele. Marcione non riusciva a conciliare le personalità di questi due personaggi, arrivando perciò a considerarli come divinità opposte: la prima, ingiusta, è il creatore dell’Adam, cui si contrappone il Dio d'Amore predicato da Gesù (il salvatore secondo Marcione), che libera l'uomo dal peccato tramite la nuova Alleanza. Oltre tutto Marcione vedeva in Paolo la salvezza della cristianità, essendo quest'ultimo l'unico apostolo ad aver accantonato la legge mosaica per sottolineare l'universalità del messaggio di Cristo. I marcioniti sostenevano che il Dio ebraico (conosciuto da alcuni gruppi gnostici come Yaldabaoth) è inconsistente, geloso, rabbioso e perpetratore di massacri, e che il mondo materiale creato/ideato da lui è difettoso, un luogo pieno di sola sofferenza. Questa figura di “dispotico  creatore”, per i marcioniti, doveva essere necessariamente un incompetente o un maligno demiurgo. Fin dall'inizio Marcione è stato aspramente criticato dagli altri vescovi per le sue teorie, al punto di essere scomunicato. Nonostante ciò i marcioniti hanno mostrato una notevole capacità di diffusione e di resistenza alle dure repressioni cui sono stati soggetti. Per la Chiesa primitiva Marcione ha rappresentato un gravissimo pericolo, dal momento che, con la sua teologia e interpretazione del Vangelo, rischiava di minare la coesione e le basi stesse della Chiesa. Nulla rimane dei libri dei marcioniti e la loro memoria è stata a lungo offuscata attribuendo loro posizione manichee e comportamenti antisociali.

La riflessione che scaturisce da questa breve disamina della misconosciuta figura (per la stragrande maggioranza dei cristiani) di Marcione da Sinope, mi riporta alla produzione letteraria e divulgativa contemporanea  dello studioso e traduttore di ebraico antico Mauro Biglino. “Nella Bibbia non c’è traccia di Dio”. “L’antico testamento non parla di Dio, ma parla di un individuo che ha stabilito un patto di alleanza con un popolo". Concetto davvero analogo a quello di Marcione, che come Biglino interpretava  alla lettera (= leggeva in chiaro) i passi delle scritture dell’antico testamento e pertanto si contrapponeva alla Chiesa di allora, proponendo di stralciare completamente gli antichi canoni dalle scritture considerate sacre per i cristiani e recidendo di fatto ogni connessione tra Gesù e gli antichi Patriarchi Biblici. Ecco dunque l’attualità profetica di Marcione, che pur vivendo in un’epoca culturale molto distante dalla nostra, ci testimonia come una “lettura in chiaro” dell’Antico Testamento era possibile allora come oggi. Pertanto anche le logiche conclusioni che trae Mauro Biglino adesso attraverso i suoi saggi, non sono poi troppo distanti da quelle che duemila anni fa traeva il Vescovo Marcione. E’ questa una strada corretta non solo dal punto di vista semantico? Non lo so con certezza, ma devo sicuramente evidenziare che, come ci viene indicato sopratutto da tutta la corposa produzione delle “confutazioni” su Marcione, redatte dal secondo al quinto secolo d. C. e molte altre (anche successive) andate perdute, le sue considerazioni avevano allora molto seguito, proprio come oggi Mauro Biglino.  Saranno quindi solo voci ? Oppure si dimostrerà vero che la Chiesa Romana dopo duemila anni (ed un altro potente “scrollone” moderno) si accinge a compiere ciò che un Vescovo  poi scomunicato, profetizzava/auspicava nel 140 d.C. ?

Bibliografia:
Adolf von Harnack, Marcione. Il Vangelo del Dio straniero, Marietti, 2007.
Giovanni Magnani, Cristologia storica, p.145, 2002, Pontificia università Gregoriana.
Epifanio di Salamina, Panarion adversus omnes haereres, XLII, II
Quinto Settimio Fiorente Tertulliano Adversus Marcionem
Mauro Biglino: La Bibbia non è un libro sacro, Uno Editori, 2013
Mauro Biglino: La Bibbia non parla di Dio: uno studio rivoluzionario sull'Antico Testamento, Mondadori, 2015
Wikipedia


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4 commenti:

marco ha detto...

Non conoscevo questo sito e nemmeno Marcione, ma dopo avere letto e sentito Mauro Biglino,, sono giunto alle stesse conclusioni. Dalle dimissioni di Benedetto XVI in poi è in atto qualcosa di grosso nella Chiesa cattolica romana. Il continuo riferimento (in negativo) al fariseismo da parte dell'odierno pontefice, il sottolineare la misericordia e il perdono, il voler cambiare la dottrina cattolica a tutti I costi, sembrano presagire una rivoluzione della Chiesa cattolica in atto. I segnali sono però contraddittori perchè dal CVII in poi la teologia modernista ha rafforzato I legami con l'ebraismo e l'antica allenza mentre I cosiddetti tradizionalisti ma anche la tradizione della Chiesa sottolineano la revoca dell'antica alleanza e la nascita, con Cristo, della nuova.

Marco La Rosa ha detto...

...Concordo.
probabilmente è in atto un "braccio di ferro" non dichiarato tra due correnti ...
vedremo presto a cosa porterà.

Unknown ha detto...

Gradirei avere da chiunque fosse in grado, prove dell'esistenza di Marcione, naturalmente extracristiane

grazie

Marco La Rosa ha detto...

...anche se Marcione fosse un "costrutto" puramente teorico (e sarebbe interessante indagarne le ragioni "profonde"), non cambierebbero i presupposti per i quali esprimo il mio parere riguardo il parallelismo con Biglino (la sua lettura "in chiaro") e le attuali diatribe teologiche sull'opportunità dell'Antico Testamento nelle sacre scritture Cristiane.