IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

con il patrocinio di: • Associazione socio-culturale ITALIA MIA di Roma, • Regione Lazio, • Provincia di Roma, • Comune di Arcinazzo Romano, e in collaborazione con • Associazione Promedia • PerlawebTV, e con la partnership dei siti internet • www.luoghimisteriosi.it • www.ilpuntosulmistero.it

LA NUOVA CONOSCENZA

LA NUOVA CONOSCENZA

GdM

sabato 29 ottobre 2016

CELLULE STAMINALI E RIGENERAZIONE DEL SISTEMA NERVOSO


SEGNALATO DAL DR. GIUSEPPE COTELLESSA (ENEA)

Lo scorso mese di marzo, il 21enne statunitense Kristopher Boesen ha avuto un grave incidente in automobile, che ha causato il danneggiamento delle vertebre cervicali. Da quel momento era rimasto pressoché paralizzato. Con il timore di una paralisi permanente, Kristopher ha deciso di rivolgersi al Keck Medical Center of USC in California e qui, nel mese di aprile, si è sottoposto a un trapianto di cellule staminali. In particolare, il giovane ricevuto un’iniezione di 10 milioni di cellule AST-OPC1 nella sua colonna vertebrale. Si tratta di cellule elaborate dai laboratori  Asterias Biotherapeutics di Fremont in California, a partire da cellule staminali embrionali umane. Queste sono modificate e trasformate in cellule OPC, in grado di assicurare il corretto funzionamento del sistema nervoso. Questo innovativo trattamento è autorizzato dalla FDA. Già a due settimane di distanza dal trapianto di cellule staminali, Kristopher ha cominciato a notare i primi sintomi di miglioramento; fino a che, dopo tre mesi, il ragazzo era in grado di mangiare da solo, usare il suo cellulare e muoversi autonomamente sulla sedia a rotelle. 





E’ stato dunque migliorato il livello delle funzioni neurologiche, che ha consentito al giovane di usare braccia e mani. Il trapianto di cellule staminali per trattare alcuni casi di paralisi rappresenta un intervento pionieristico nell’ambito della neuroriparazione e della medicina rigenerativa. Un trattamento innovativo che potrebbe  migliorare le condizioni di vita di chi ha subito gravi lesioni alla colonna vertebrale.

Da:



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"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA"
" IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: LA VERA GENESI DELL'HOMO SAPIENS"
DI MARCO LA ROSA
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mercoledì 26 ottobre 2016

IMMUNOTERAPIA E CANCRO



SEGNALATO DAL DR. GIUSEPPE COTELLESSA (ENEA)

Tumore polmone, con immunoterapia meno 40% rischio di morte

Una stima di una riduzione del 40 per cento del rischio di mortalita'. Sono i risultati promettenti di una nuova cura di immunoterapia, che punta a stimolare il sistema immunitario contro il tumore, che utilizza la molecola pembrolizumab contro il cancro del polmone. Lo studio, chiamato Keynote-024 e che ha coinvolto 305 pazienti, è stato presentato in sessione plenaria, data la sua rilevanza, al Congresso della Società europea di oncologia medica (Esmo) e contemporaneamente pubblicato sulla rivista The New England Journal Of Medecine. ''Uno studio importante - ha affermato Silvia Novello, professore associato di Oncologia Medica all'Università di Torino - che ha fatto registrare vantaggi enormi per i pazienti che esprimono la proteina PD-L1 sulle cellule tumorali, perché possono evitare le terapie tradizionali e la chemioterapia e accedere a farmaci innovativi con una tollerabilità migliore''. Non solo: ''Sarà infatti possibile in questo modo razionalizzare le risorse, ottenendo risparmi per Servizio sanitario nazionale –conclude Novello - perché potremo trattare con il farmaco giusto i pazienti selezionati in base alla espressione di PD-L1 sulle cellule tumorali e continuare quindi il percorso nella medicina di precisione contro una neoplasia, quella del cancro al polmone, che in Italia nel 2016 registra più di 41mila nuove diagnosi''.

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sabato 22 ottobre 2016

LATTE MATERNO E SISTEMA IMMUNITARIO


SEGNALATO DAL DR. GIUSEPPE COTELLESSA (ENEA)

L’allattamento materno nei primi giorni di vita è fondamentale per la costituzione del microbiota e la formazione delle difese immunitarie del neonato. Lo confermano i risultati di uno studio condotto in laboratorio dai ricercatori dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, pubblicato sulla rivista Frontiers in Microbiology del gruppo Nature.

Attraverso l’impiego di piattaforme avanzate di spettrometria di massa è stato possibile elaborare enormi volumi di dati, che hanno aiutato i ricercatori a comprendere molti aspetti non ancora noti della genesi e della maturazione del microbiota intestinale nelle primissime fasi della vita, come l’effetto dell’allattamento materno, la formazione del sistema immunitario, la risposta alle infezioni, i rapporti tra madre e figlio, i meccanismi di insorgenza di una serie di malattie che colpiscono l’età pediatrica.

IL MICROBIOTA:

Circa un chilo e mezzo del nostro peso è dovuto ai microrganismi. Una presenza “ingombrante”, quasi tutta localizzata nell’intestino (il microbiota) e strettamente associata a diverse attività fisiologiche e a condizioni patologiche. Questa popolazione di trilioni di batteri svolge infatti la funzione di “centrale biochimica” dell’intestino, dove trasforma il cibo ingerito, produce energia, regola l’immunità della mucosa intestinale e l’equilibrio delle popolazioni microbiche che fungono da barriera contro gli agenti patogeni.

GENETICA E ALLATTAMENTO:

La ricerca del Bambino Gesù ha disegnato in un “modello murino”


  (Per modello murino,dal latino mus, topo, si intende un topo di laboratorio il cui studio consente di chiarire i meccansmi patogenetici alla base di malattie umane in quanto le sviluppa esso stesso, talvolta con un elevato grado di somiglianza con la patologia umana. Ne esistono numerose linee inbred, alune sono state selezionate per mostrate particolari tratti, come il peso corporeo, la muscolatura, l’obesità. Attualmente la maggior parte dei modelli murini viene prodotta artificialmente in laboratorio mediante manipolazione genetica),

 cioè nelle cavie da laboratorio, l’evoluzione del microbiota nei primi giorni di vita, tenendo conto di due principali variabili in grado di modificarlo: l’allattamento e il patrimonio genetico materno. Per comprendere l’interazione tra questi elementi i topi appena nati sono stati divisi in gruppi e sono stati nutriti con 3 diverse tipologie di latte: quello delle madri naturali, quello di altre madri adottive, quello privato di immunoglobuline A (o IgA, un tipo di anticorpo coinvolto nella risposta immunitaria dell’organismo). È stato così dimostrato che le comunità microbiche dei neonati nutriti con il latte delle proprie madri, contenente immunoglobulina A, sono ricche di lattobacilli, cioè batteri “amici”, mentre i batteri patogeni opportunisti o “nemici” sono assenti o scarsamente rappresentati. Il profilo del loro microbiota, inoltre, risulta simile a quello delle madri. Di contro, i topi neonati allattati con latte privo di IgA, presentavano un aumento delle popolazioni batteriche patogene opportuniste. “È la dimostrazione – spiega la dottoressa Lorenza Putignani, responsabile di parassitologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù – che il latte materno fornisce ai neonati nei primissimi giorni di vita una sorta di coperta di batteri ‘amici’, che funge da barriera contro l’insediamento dei batteri patogeni e protegge potenzialmente i piccoli dall’insorgenza di una serie di malattie”. Interessanti i risultati anche del terzo gruppo di topi. Scambiando le madri subito dopo il parto, infatti, il microbiota e il rispettivo proteoma (l’insieme cioè delle proteine prodotte dal genoma di un organismo) dei neonati presentavano comunque profili correlati alle caratteristiche del microbiota delle mamme naturali, oltre che al tipo di latte ricevuto dalle mamme adottive. “Questo risultato – aggiunge la dott.ssa Putignani – ha confermato il ruolo dell’inoculo del microbiota della mamma durante il parto, già anticipato da altri studi dei ricercatori del Bambino Gesù”.

“Più in generale – conclude la responsabile di Parassitologia dell’Ospedale Pediatrico di Roma – con questa ricerca siamo riusciti a caratterizzare l’intero profilo delle proteine presenti nel microbiota intestinale, il cosiddetto “proteoma”, fornendo una sorta di ‘carta d’identità’ dei batteri responsabili delle diverse attività metaboliche. Si tratta di un risultato del tutto originale, in quanto questi dati non sono più solo descrittivi, come quelli ottenuti in precedenza con le tecniche di sequenziamento genetico di seconda generazione, ma funzionali, in grado cioè di caratterizzare le diverse categorie di batteri in termini di ‘chi fa che cosa'”.
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martedì 18 ottobre 2016

IL CLOUDBUSTER E L'ORGONOMIA

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CAUSA GRAVE IMPEDIMENTO DEL RELATORE LA CONFERENZA DEL 28 OTTOBRE P.V. E' SOSPESA
VERRA' COMUNICATA SUCCESSIVAMENTE LA NUOVA DATA DI SVOLGIMENTO

L'ORGANIZZAZIONE DI GALILEO SI SCUSA CON GLI UTENTI



  Roberto Maglione

“Roberto Maglione ha intrapreso il difficile compito di scrivere una overview scientifica dell'argomento, partendo dai primi lavori di Reich, che risalgono agli anni '50, fino a quelli più recenti, attraverso i successivi 50 anni, di ricercatori e scienziati che hanno seguito il lavoro di Reich. Ha trattato l'argomento con attenzione, evitando le trappole dell'entusiasmo esagerato o dello scetticismo, attenendosi ai fatti ed a ciò che è stato dimostrato scientificamente. È un lavoro che dovrebbe, in un mondo razionale, attirare l'attenzione di scienziati responsabili e competenti, di privati cittadini e di funzionari governativi che si preoccupino del benessere dell'umanità e dei grossi disastri che ripetutamente si abbattono sul territorio. Il mio sincero augurio è che l’impegno di Roberto Maglione possa aiutare a dissipare la nebbia e a dissolvere le nubi all'interno dell'ordinamento sociale, cercando di diffondere questa nuova conoscenza in modo razionale, benefico e positivo per la vita”.
                                                           James DeMeo, PhD
                                               Orgone Biophysical Research Lab
                                             Greensprings, Ashland, Oregon, USA.

Roberto Maglione, ingegnere, ha lavorato per numerosi anni nel settore esplorativo di una multinazionale petrolifera. Attualmente è responsabile della Comunicazione Scientifica in una società leader mondiale nel settore della bioingegneria cardiovascolare. È autore di un testo di carattere scientifico (Reologia * ed Idraulica dei Fluidi di Perforazione, Cusl, 1999, 2a edizione), della ricerca “W.Reich e la MODIFICAZIONE del CLIMA” (2004, mille esemplari numerati) e di oltre 70 articoli tecnici. È membro di numerose associazioni scientifiche.


(*) Reologia = Scienza che studia gli equilibri raggiunti nella materia che fluisce o si deforma per effetto di uno stato

SEGNALATA DA MARCO VECCHI DI OmPhi Labs L'INTERVISTA AL FISICO JAMES DE MEO, MASSIMO ESPERTO MONDIALE SULL'ENERGIA ORGONICA E IL CLOUDBUSTER




                                                            James DeMeo

NDR: ALL'INTERNO DELL'INTERVISTA E' EVIDENZIATA IN ROSSO TUTTA LA PARTE RELATIVA AGLI ESPERIMENTI CLIMATICI CON IL CLOUDBUSTER DI CUI TRATTERA' LA CONFERENZA DI ROBERTO MAGLIONE DEL 28 OTTOBRE P.V.

Intervista al prof. DeMeo sugli sviluppi della ricerca orgonica:

L’orgonomia è una scienza che ha prodotto risultati sperimentali importanti nei campi più disparati: psicologia, medicina, meteorologia, fisica, ed ha inoltre influenzato il dibattito sociologico e filosofico degli anni che hanno visto la sua comparsa. Tale scienza ha evidenziando essenziali correlazioni fra le suddette discipline, partendo dallo studio dell’orgone (una forma di energia pre-atomica presente ovunque nell’universo, e da alcuni chiamato etere) e degli effetti della sua presenza\mancanza nel sistema psicologico, in quello biologico dell’uomo, fino ai sistemi ambientali. Il suo creatore, Wilhelm Reich è stato vittima di una persecuzione di stampo medievale: parte dei suoi archivi bruciati e lui incarcerato. Ciò che rimane della sua disciplina sono pochi seri ricercatori, ignorati o attaccati dalla comunità scientifica, che oltretutto devono cercare di distanziarsi da quanti, come accenna anche DeMeo nel’intervista, hanno travisato in chiave newagiana gli insegnamenti originari, o per ignoranza o peggio per malafede.

di Francesco Citino

Domanda: Perché abbiamo ancora bisogno dell’etere o dell’energia orgonica dopo 100 anni di enormi progressi nella chimica e nella fisica?

Risposta: A mio avviso attualmente è necessaria una nuova struttura teorica nel campo delle scienze naturali. Le teorie odierne più importanti accettate dalla fisica, dalla biologia e dalla meteorologia moderna si sono dimostrate inadeguate, quando sono state chiamate a rispondere sui più importanti e fondamentali interrogativi, come per esempio l’origine della vita, i sistemi climatici e l’Universo stesso. Nella fisica, troviamo incontrastata la teoria della relatività di Einstein e quella del Big-Bang sulle origini dell’Universo, le quali si basano completamente su eventi che non è possibile osservare e che si suppone siano esistiti o miliardi di anni fa oppure in altre non osservabili dimensioni materiali di un continuum spazio-tempo. Galileo si rivolterebbe nella tomba nel vedere questa drammatica perdita di fondamenta empiriche della moderna astrofisica teorica, che oggi è stracolma di strani concetti e teorie le cui assunzioni basilari non possono essere dimostrate neanche al più basso livello. In meteorologia, il tempo è considerato puramente un prodotto di conseguenze termodinamiche casuali, mentre il ruolo delle variazioni solari, del geomagnetismo, delle zone dell’atmosfera terrestre vicino allo spazio e dalla più ampia struttura plasmatico-cosmica del sistema solare – dove esistono enormi movimenti e correnti di energia e materia – è considerato irrilevante dalla stragrande maggioranza degli scienziati. Ci si potrebbe aspettare che al meteorologo, che fa previsioni del tempo in televisione, non interessi questo tipo di argomenti, ma quando Dipartimenti di ricerca all’interno delle Università li considerano argomenti da non toccare e rifiutano di finanziare programmi di ricerca mirati a studiare queste cose, è un altro paio di maniche. La biologia e la medicina sono attualmente intrappolate all’interno dell’impietosa morsa della biochimica meccanicistica e del DNA creazionista, dove la vita è descritta come un insieme di eventi casuali, qualcosa che è successo solo milioni di anni fa, e che pertanto non può essere direttamente studiato od osservato. Lo stesso succede con le tante malattie che attualmente sono attribuite a ipotetiche cause genetiche o a virus che non sono mai stati isolati, e di conseguenza non è mai stata provata né la loro esistenza né la loro tossicità. Così gli scienziati possono parlare, con la faccia seria, di come ci si infetta oggi con un virus che ti ucciderà solamente tra dieci anni, e anche in seguito quando tu stai per morire, nessuno troverà mai il virus nei tuoi tessuti. E se uno scienziato come Wilhelm Reich parla di una biopatia dovuta a una contrazione bioenergetica e di una perdita di energia come cause fondamentali della malattia, qualcosa che può essere direttamente osservato con i suoi metodi, o come Peter Duesberg che mostra che i sintomi della malattia sono in realtà il risultato dell’assunzione di medicine tossiche da parte del paziente come l’AZT, allora improvvisamente essi sono esiliati in Siberia, i finanziamenti per le loro ricerche interrotti, o come nel caso di Reich, realmente spediti in prigione e i loro libri bruciati. In tutti questi casi, così come in altre discipline, credere è necessario, e la logica deve spesso essere messa da parte, poiché c’è un costante riferimento a forze non dimostrabili e non osservabili. Così non è sorprendente vedere libri dal titolo Big-Bang and the Book of Genesis [Il Big-Bang e il Libro della Genesi], o il Papa che benevolmente ci parla delle moderne teorie dell’astronomia, o ancora medici moderni specialisti del DNA che ci parlano come se avessero l’autorità dei Papi (per modo di dire essi si comportano come se non provassero alcuna vergogna a usare il potere precostituito per forzare la gente a prendere le loro medicine), anche quando esistono delle gigantesche lacune nella loro scienza e gravi malattie degenerative continuano a piagare l’umanità, nonostante miliardi di dollari siano stati spesi nelle loro ipotetiche ricerche. Gli scienziati eretici di oggi sono al corrente di tutte queste cose, e cercano di affrontarle con nuove idee e nuovi approcci, ma sono quasi sempre espulsi dalle Università e dagli istituti di ricerca finanziati da denaro pubblico o da fondazioni. I loro programmi di ricerca quasi sempre dopo un po’ si fermano e solo gli studiosi più brillanti e insoddisfatti mostrano un interesse nelle loro scoperte e proseguono i loro studi. Il comune denominatore nelle scoperte di tutti questi scienziati, per come la vedo io, è che tutti quanti sono inciampati in fenomeni che richiedono un qualche tipo di mezzo cosmologico per spiegare ciò che stavano studiando e inoltre, ancor più importante, forniscono ottime prove sperimentali per dimostrare questi nuovi fenomeni, oltreché sviluppare le proprie nuove teorie. In questo modo non è che Reich dichiarò l’esistenza dell’energia orgonica sulla semplice base di un’asserzione o che io potrei dichiarare che l’etere o l’orgone cosmico deve esistere per una semplice intuizione filosofica. C’è una grossa quantità di osservazioni empiriche, di seri esperimenti di laboratorio e di ricerche sul campo che provano che queste cose esistono. E questa è la ragione primaria perché l’etere e l’energia orgonica e le singolari proprietà dell’acqua dovrebbero essere riconsiderate dalla moderna scienza naturale, per via delle concrete prove a loro favore. Inoltre, le scoperte di queste persone possono avere anche conseguenze diverse rispetto allo scopo e alla funzione delle loro discipline scientifiche di partenza. Così la scoperta di Reich dell’orgone non solo poté spiegare il funzionamento dell’accumulatore orgonico e del cloudbuster, che sono secondo me scoperte di classe mondiale, simili all’aereo e al missile, ma quelle scoperte ebbero implicazioni anche per l’intero mondo della biologia e della meteorologia, spiegando molti degli attuali misteri che la scienza classica non poteva spiegare, anche tirando in ballo nuovi misteri. Lo stesso vale per Piccardi. I suoi semplici esperimenti con l’uso di piastre metalliche, che dimostravano che era presente un qualcosa di nuovo nell’acqua, non solo hanno rassomiglianze con le scoperte fatte da Reich con l’uso dell’accumulatore orgonico, ma identificano anche specifiche funzioni cosmiche, scoperte tra l’altro anche da Reich, che sono praticamente uguali a quelle che Miller trovò nei suoi esperimenti sull’ether-drift. Tutti questi esperimenti richiedono un mezzo nello spazio, altrimenti nessuno di questi ha un senso. Con il passare degli anni ho studiato queste eresie e quasi tutte avevano una caratteristica in comune, cioè la presenza di una forza energetica sconosciuta in natura. Quando cominciai a fare i primi collegamenti fra i vari autori – principalmente Miller, Reich e Piccardi, agli inizi del 1978, al tempo del mio dottorato di ricerca – fu quasi una rivelazione, poiché non solo mi indicava che la vecchia teoria dell’ether-drift era stata concretamente dimostrata negli anni ’20, ma che era anche un ether-drift di caratteristiche tangibili e pertanto in grado di influenzare la materia. Al di sopra di tutti c’è il solido lavoro di Wilhelm Reich, Giorgio Piccardi, Frank Brown, Luis Kervran, Harold Burr e tanti altri che allo stesso modo sono inciampati in questa stessa forza energetica presente in natura. Così non si tratta semplicemente di un principio o di una teoria, ma di una forza tangibile, concretamente dimostrata, che si trova in tutto lo spazio, nell’atmosfera e nelle creature viventi. E’ un energia reale e molte delle sue proprietà e degli aspetti dinamici sono noti.

Inoltre devo sottolineare quanto segue. Ciò che è stato proposto e presentato nel lavoro di questi eretici del XX secolo è niente di meno che una colossale rivoluzione scientifica che è almeno pari, se non più grande, a quella creata da Copernico e Galileo. E’ importante capire questo, e in nessun modo influenzerà od offuscherà l’eccellente lavoro scientifico empirico in questo stesso periodo di tempo. La scoperta dell’orgone non farà cadere i satelliti dal cielo, ma aiuterà a capire alcuni dei misteri irrisolti del funzionamento del cosmo, come appunto avverrà grazie alle scoperte di Piccardi e Miller, fino a rimodellare la nostra concezione del Big-Bang metafisico e del continuum spazio-tempo, curvato in qualcosa di più vicino al vecchio infinito universo di Hoyle, o alla teoria del plasma cosmico di Alfven, con l’eccezione che non sarà un plasma, ma qualcosa di orgonotico, funzionante nella maniera che Reich aveva scoperto per l’energia orgonica. Si possono prevedere nuovi significativi progressi grazie all’integrazione di queste scoperte con i concetti tradizionali, e una nuova rivoluzione scientifica è già in corso, benché il gota della scienza che indossa parrucche incipriate alla corte del Re sarà l’ultimo a riconoscerlo. Come specifico esempio, la moderna radio elettronica e la costruzione dei computer, le comunicazioni via satellite e così non dipendono da nulla che derivi da Einstein o dalla teoria del Big-Bang. Gli ingegneri usano per lo più le teorie della meccanica delle onde e alcuni aspetti della teoria dei quanti, ma altrimenti è una materia empirica, che procede per tentativi, basati sulla scienza dei materiali e che mette insieme vecchie cose in una nuova maniera. Perfino le equazioni di Newton sulla gravitazione non sono abbastanza accurate nella loro forma originale, e devono essere corrette con formule empiriche o fattori di correzione, per mantenere la sonda spaziale in orbita, per tener conto di impreviste variazioni del segnale radio e così via. Ho scritto molti articoli su questi argomenti, e sul fatto che non siamo neanche in grado di spiegare come funziona il Sole; la teoria della radiazione-fusione del Sole fu invalidata alcuni decenni fa da enormi lacune nella teoria del neutrino, ma non si è potuto sottomettere a un’aperta analisi critica scientifica né la fusione solare né la teoria del neutrino. Ogni giorno gli astronomi confermano che il Sole pulsa, espandendosi e contraendosi per brevi periodi di tempo, sfidando le note leggi della fisica. Le gigantesche masse di eruzioni solari seguono un andamento ad arco magnetico e non semplicemente linee di forza gravitazionali. Inoltre, gli astronomi non possono discutere apertamente il creazionismo del Big-Bang, perfino quando i dati a loro disposizione suggeriscono che il 90% o più della massa dell’universo non può essere osservata. Essi osservano inspiegabili aloni galattici dal caratteristico bagliore blu, o neutrini che brillano anch’essi di blu, o raggi cosmici presenti in giganteschi serbatoi d’acqua, o perfino fuori nel cielo della notte, ma di suggerire che queste sono espressioni di un’energia orgonica che brilla di blu, e che il Big-Bang è una fantasia, è troppo. Essi ipotizzano che ci deve essere un’enorme quantità di energia o forza negli spazi aperti, ma invece di chiedersi: tutto questo potrebbe essere il vecchio etere di Michelson? O ancor peggio (per loro): potrebbe questa essere l’energia orgonica di Reich? Essi formulano ancor più mistici concetti come materia oscura ed energia oscura. E questi concetti sono aggiunti al già pesante fardello delle altre ipotetiche e fantastiche teorie come i buchi neri, benché nessuno li abbia mai osservati, le stringhe cosmiche o i quasar che emettono più energia dell’intero universo messo insieme. La vecchia teoria deve essere difesa a tutti i costi, un po’ come la Chiesa deve difendere la divinità di Gesù, o la verginità dei Maria, per mantenere la gerarchia sociale e i meccanismi di controllo sociale da parte del Vaticano. Le teorie meccanicistiche basate sul dogma dello spazio vuoto non possono neanche spiegare come si forma una nube poiché, a meno che non si considerino forze esterne conosciute, le leggi dell’entropia stabiliscono che una nube dovrebbe cominciare a dissiparsi nel momento in cui si sta formando. Lo stesso vale per il meccanicistico DNA della biochimica, e cioè che le molecole della vita non si sarebbero preservate nella caotica zuppa primordiale della terra primitiva. Ma quando Reich osservò i bioni, e disse che questi erano vescicole viventi che potevano essere derivate dalla limatura di ferro o da sabbia marina riscaldata fino all’incandescenza, e potevano essere coltivati in soluzioni nutrienti sterili, gli europei volevano impiccarlo a un palo della luce. Quando egli puntò un cloudbuster a una nube e vide che questa si dissipò, come conseguenza della diminuzione della forza coesiva del campo orgonico della nube stessa, gli americani volevano impiccarlo (e alla fine lo fecero, figurativamente). Così le più importanti teorie di oggi non sono in grado di spiegare i grossi interrogativi come l’origine della vita e quella dell’Universo. Non sappiamo ancora cosa sia la gravità nella sua essenza, e allo stesso modo siamo ignoranti sulla natura fondamentale della luce e dell’elettricità – usare la parola fotone, o elettrone o ancora gravitone potrebbe aiutarci a farci sentire più bravi, ma in realtà non saremmo più vicini alla verità solo per aver messo un nome a un fenomeno sconosciuto. Si vedono anche scienziati – che hanno dimenticato i loro insegnamenti di base – proporre nuove ipotesi per spiegare vecchie cose a loro volta ipotetiche, e questo non fa altro che creare sempre più confusione e portarci ancor più lontano dalla verità. In quest’ottica per spiegare le contraddizioni del creazionismo del Big-Bang, fu proposta la materia oscura, e poi l’energia oscura. Inoltre, la teoria del neutrino solare sta proponendo ora nuovi invisibili neutrini in aggiunta ai vecchi invisibili neutrini, come se stessero descrivendo con grande certezza il colore dei lacci delle scarpe degli angeli che danzano sulla testa di uno spillo. Domani ci sarà qualcosa in più, i neutralini e l’antimateria oscura o forse il dito di Dio. La situazione è simile a quella di un uomo che si aggrappa con le unghie a una rupe, disperato di cadere nell’oceano sottostante, anche se questo è l’oceano della verità. Reich parlò molto di questa paura di cadere, come di un problema dovuto all’ansia sessuale e all’armatura neuro-muscolare, che hanno il loro ancoraggio psichico nell’intelletto. La gente è spinta a provvedimenti disperati, mirati a mantenere la prediletta ma fondamentalmente sbagliata visione del mondo, quando invece tutto quello che sarebbe sufficiente fare è lasciarsi andare e rivedere le proprie fondamentali assunzioni. Comunque la gente spesso morirà, o ucciderà prima di giungere a fare tali revisioni.

Domanda: Ci puoi descrivere come funziona questo suggestivo, concreto e reale etere del cosmo, che interagisce con la materia, e che può essere schermato o accumulato?

Risposta: Gli articoli che ho pubblicato danno un’introduzione di base a questi argomenti, e riportano i risultati dell’integrazione delle moderne scoperte astronomiche con il lavoro di Reich, Miller e Piccardi. Faccio sempre riferimento a questi articoli come punto di partenza (vedere i links web in fondo all’intervista). Reich scrisse sul problema dell’etere, senza sapere nulla degli studi di Miller e di Piccardi. L’etere è fondamentalmente un oceano di energia nel quale noi viviamo e ci muoviamo, e allo stesso modo dell’oceano di acqua, l’oceano di energia si trova in movimento, con le sue forze di marea e le correnti. Inoltre, sembra avere una leggera massa ed essere la causa principale del movimento di tutti i pianeti e le stelle, che sono mossi come delle palle che galleggiano sull’acqua e si muovono sulle onde. Questo substrato di energia pulsante può essere caratterizzato da un particolare gruppo di frequenze delle onde elettromagnetiche, o portanti pulsatorie come preferisco dire, situato nel campo delle basse frequenze, come Piccardi e i suoi seguaci avevano osservato – variabile da 500 ai 15.000 cicli per secondo. Da alcune osservazioni fatte questo è un campo caratteristico per le cose viventi e per le nubi, ma suggerirei di considerare questi valori puramente indicativi della presenza di una carica che può avere delle caratteristiche della stessa forza vitale che Miller chiamò etere e Reich orgone. Essa può essere riflessa da piastre metalliche, e accumulata all’interno di scatole di metallo, come osservò Reich. Inoltre, è il mezzo attraverso il quale le onde elettromagnetiche sono trasmesse. Miller notò anche che le piastre metalliche che circondavano i suoi interferometri a fasci di luce annullavano gli effetti dell’ether-drift. C’è molto che noi non sappiamo ancora, ma sembra che questo fenomeno si possa collocare alla base dei fenomeni della fisica, della biologia e della meteorologia moderna.

Domanda: Puoi parlarci delle ipotesi concettuali secondo le quali l’etere deve avere una struttura, una forma e un movimento?

Risposta: Vorrei qui far riferimento alla Superimposizione Cosmica di Reich, in quanto ha già riportato i dettagli fondamentali. La mia integrazione del lavoro di Reich con quello di Miller ha aggiunto alcune considerazioni, rendendolo più comprensibile dal punto di vista dell’astronomia pratica. Il lavoro di Piccardi si armonizza molto accuratamente in tutta questa teoria. Inoltre, Miller è stato fantastico nel suo lavoro sperimentale, e pare che sia stato anche aiutato da un collaborativo Michelson, che morì credendo nell’etere. Quanta storia della scienza su questo argomento è stata rimossa. Anche Michelson, nei suoi esperimenti con Pease e Pearson, scoprì la presenza dell’etere sul monte Wilson, anche se morì prima che i risultati delle sue ricerche fossero pubblicati. Pease e Pearson cancellarono i fatti nel loro articolo che avevano scritto e che venne poi in seguito pubblicato. Essi ottennero un risultato che confermava pienamente il lavoro di Miller, ma le acque erano così torbide in quel periodo che dovrei scrivere un nuovo libro per portare alla luce tutti i fatti.Recentemente, l’ucraino Yuri Galaev ha fatto delle misure dell’ether-drift usando luce visibile e radiofrequenze. Egli afferma che i suoi risultati confermano quelli ottenuti da Miller fino nei dettagli. Spero di poter costruire nel mio laboratorio nei prossimi anni un interferometro ottico del tipo di quello usato da Galaev, poichè il suo strumento è molto più semplice da costruire del gigantesco interferometro rotante di Michelson, in modo da poter riconfermare queste scoperte. In generale ciò che noi osserviamo è un etere dinamico reale che possiede una leggera massa che è, come Reich osservò, attratto alla materia e interagisce con essa in differenti modi. I metalli attraggono e poi respingono questa energia, mentre i materiali organici la attraggono e la bloccano, accumulandola fino al massimo livello di capacità del materiale. L’energia può essere riflessa o accumulata in particolari strutture. Si muove più velocemente ad alte altitudini e più lentamente alle basse altitudini per via del trascinamento della terra sul flusso di orgone. E’ attratta preferibilmente dall’acqua, e l’acqua da essa, e può espandersi e contrarsi per produrre densità differenti di energia orgonica o di etere. Inoltre, quando eccitata, genera luce o luminerà come disse Reich. Nel nostro laboratorio abbiamo tubi in cui è stato fatto il vuoto, caricati per anni all’interno di accumulatori orgonici, che producono un caratteristico bagliore blu quando vengono strofinati delicatamente con la mano. Ho riportato una foto di ciò sul mio sito web e sulla copertina del mio libro Heretic’s Notebook, recentemente pubblicato. L’orgone o etere assomiglia molto al fenomeno dell’aurora, che scorre e pulsa con flusso irregolare e presenta movimenti dissipatori. Si potrebbe pensare che l’aurora possa essere un’espressione di questa stessa energia vitale o etere. Ho messo insieme una gran quantità di testimonianze da parte di gente comune, sul bagliore dell’aurora che fluisce giù, verso la terra, fin vicino alla cima degli alberi, in completa violazione della diffusa teoria della ionizzazione. E’ una cosa dinamica, molto viva alla sua maniera, che influisce sui fenomeni cosmici, meteorologici e biologici. La sonda americana IMAGE sembra abbia fotografato questo fenomeno energetico con riprese al rallentatore, e ha visto uno spesso strato che circonda la terra, che emette raggi ultravioletti e che assomiglia a una gigantesca nube che si estende verso l’esterno, a una distanza di circa la metà del diametro della terra, in accordo con la teoria della Superimposizione Cosmica di Reich, e con le scoperte di Miller.

Domanda: Puoi spiegarci la relazione tra quello che ci hai detto e le insolite scoperte bioenergetiche di Benveniste, e quello che gente come Korotkov ha identificato attraverso prove strumentali?

Risposta: Ci sono molte incognite qui, ma anche alcuni indizi. L’omeopatia deve funzionare in virtù di una sottile proprietà energetica presente nell’acqua non ancora compresa dalla scienza tradizionale. Se l’etere o l’orgone esistono, allora sarebbero dei buoni candidati per spiegare il meccanismo di funzionamento dell’omeopatia. Reich osservò che l’energia orgonica fosse attratta dall’acqua, e Piccardi sviluppò un grosso lavoro sperimentale in questa direzione, arrivando a scoperte importanti. Comunque, Reich si imbatté in un particolare fenomeno chiamato Oranur che ci può essere di aiuto per capire il funzionamento dell’omeopatia. In genere l’energia orgonica possiede un tenue e silenzioso movimento, come un toro selvatico che tranquillamente pascola in un campo. Ma in presenza di una eccitazione tossica, come succede in presenza di sostanze nucleari, si irrita fortemente e combatte questa irritazione, allo stesso modo il toro si ribella se viene legato o punto sulla gobba come nelle crudeli corride. L’energia allora mette in evidenza un furioso e furibondo comportamento, che combatte l’irritazione, dando origine a una reazione oranur. Reich usò questa analogia che prese a prestito dalla natura incontaminata, che sembra particolarmente adatta a spiegare il fenomeno, poiché l’espressione energetica della natura non vivente è semplicemente un’espressione più diffusa e meno organizzata di ciò che si trova all’interno delle creature viventi. Oranur significa orgone anti-nucleare, e fu scoperto durante un esperimento nel quale un campione di materiale moderatamente radioattivo fu messo in un accumulatore con un’elevata carica di energia orgonica. Nel suo laboratorio e nell’ambiente circostante si creò una reazione a catena. Nel laboratorio si sviluppò un bagliore bluastro e si formò una foschia tutto attorno, che rimase anche dopo che il materiale radioattivo venne rimosso dai locali. Inoltre, in seguito a questo fatto i collaboratori di Reich si ammalarono. Reich osservò che la reazione oranur si manteneva per un po’ di tempo, influenzando localmente anche il tempo, così come la salute della gente e gli alberi che erano esposti ad essa. Tendeva a colpire la gente in differenti modi, a seconda dei loro punti biofisici più deboli. Tuttavia, la reazione oranur ebbe anche certi effetti curativi, sviluppando febbre e forti reazioni immunitarie, dopo di che i problemi fisici, che le persone cronicamente possedevano, spesso scomparivano. Era come una specie di effetto omeopatico a multi-spettro che interessava tutto l’organismo, portando i sintomi latenti in superficie. Così ciò che io propongo è che l’omeopatia funziona secondo tali linee. Una tossina viene introdotta nell’acqua, che presenta una carica di energia orgonica molto elevata, che poi irritata dall’intenso scuotimento dell’acqua. Le tracce biochimiche della tossina vengono gradualmente diluite, ma la reazione energetica della tossina rimane sempre nell’acqua. Applicando quest’acqua così attivata a un paziente sofferente da una simile reazione tossica, c’è un trasferimento della reazione energetica (alla tossina) a tutto l’organismo sofferente. Questa è solo una teoria, ma concorda in vari punti con le scoperte di Reich sull’energia orgonica, sugli effetti della reazione oranur e con quelle dell’omeopatia. Tuttavia, si possono notare alcuni fatti che possono essere collegati alla meteorologia. L’acqua soprafusa quando si trova nella parte superiore di una nuvola rimane allo stato liquido, ma se una parte della nube improvvisamente si trasforma in cristalli di ghiaccio, si instaura una reazione a catena lungo tutta la parte superiore della nube che è così veloce da invalidare le tradizionali teorie sulla diffusione dei cristalli di ghiaccio. E’ come se una reazione energetica si diffondesse, dando origine alla formazione di cristalli di ghiaccio, e poi alla pioggia. Tutto ciò concorda anche con quello che alcuni vecchi medici conoscevano sulle radiazioni a basso dosaggio, nei fenomeni chiamati hormesis. Alcuni anni fa c’erano molte sorgenti calde e stazioni termali negli Stati Uniti, con proprietà curative, che erano basate sull’esposizione della gente a piccole dosi di gas radon presenti nell’aria o nell’acqua. La gente stava per qualche ora in caverne o in vecchie miniere con alti livelli di gas radon, o andava a nuotare in calde acque sorgive caratterizzate dalla presenza di tracce di radium, e ne usciva che i vecchi malanni erano completamente scomparsi. La gran parte di questi dolori erano dovuti a malattie collegate alla contrazione bioenergetica, come le artriti, ma potevano essere curati o eliminati anche altri seri problemi. Reich la chiamò medicina oranur e disse che avrebbe avuto un posto tra i metodi di cura naturali del futuro. Per quanto ne so, Reich non scrisse mai nulla sull’omeopatia, ma tutto ciò che ho detto mi sembra molto coerente. Per quanto riguarda lo strumento di Korotkov, siccome è una moderna visione dell’operato di Kirlian con la possibilità di avere delle immagini e letture digitali, ho maturato negli anni l’idea che il campo energetico eccitato dall’elettricità ad alta frequenza e reso visibile su piastre fotografiche o CCD sia funzionalmente identico al campo energetico umano, come è stato documentato da Reich, Harold Burr e altri. Infatti, sulla copertina del mio libro Orgone Accumulator Handbook è riprodotta una rara foto del campo energetico, con il suo caratteristico bagliore blu, di un astronauta della spedizione Apollo che cammina sulla Luna. E’ una foto storica che ha avuto le più inverosimili spiegazioni da parte degli scienziati ortodossi – polvere lunare, vapore acqueo esalato etc. Tuttavia, nessuno mai ha voluto menzionare il fatto che potrebbe essere l’aura dell’essere umano, o il suo biocampo, come potrebbe essere in realtà.




Domanda: Puoi darci un aggiornamento sull’esperimento T0-T, sul cloudbuster e sugli effetti dell’accumulatore orgonico studiati dal Suo gruppo di ricerca?

Risposta: Negli ultimi anni ho condotto un’approfondita ricerca sull’esperimento T0-T nel mio laboratorio di Greensprings. L’obiettivo era quello di documentare il fenomeno – caratterizzato da una spontanea produzione di calore o anomalia termica all’interno dell’accumulatore di energia orgonica – in una maniera che potesse resistere a ogni critica termodinamica ortodossa. Questo ha richiesto sia la costruzione di accumulatori orgonici termicamente bilanciati, che di strutture di controllo. Entrambi sono stati sottoposti a calore artificiale, sono state osservate le loro dinamiche termiche e poi, rimossa la fonte artificiale di calore, sono stati monitorati i loro naturali scostamenti termici nel corso di una giornata. Dai risultati ottenuti si è visto che l’accumulatore di energia orgonica produce spontaneamente una piccola quantità di calore al suo interno. Ho costruito uno speciale rifugio termico nella foresta, completamente all’ombra, dove sono stati posti gli accumulatori, ma l’esperimento è stato anche effettuato sottoterra in speciali buche scavate allo scopo; inoltre è stato anche sospeso in camere rotanti all’interno del laboratorio. I risultati hanno mostrato un aumento di circa 0.1-0.8 °C con l’oscillazione solare, che significa che si hanno picchi in corrispondenza del mezzogiorno solare, ma non in corrispondenza della massima temperatura dell’aria, che è attorno alle quattro del pomeriggio. Abbiamo osservato anche altri funzionamenti cosmici, ma poiché questo tipo di esperimenti non è ancora concluso e i risultati non sono ancora stati pubblicati, questo è tutto ciò che posso dire al momento. Un’altra grossa dimostrazione che noi facciamo di routine è quella relativa agli effetti dell’orgone sulla crescita dei germogli di semi posti all’interno dell’accumulatore orgonico, che sono poi paragonati ai risultati ottenuti con una struttura di controllo, termicamente bilanciata al suo interno. L’effetto è sistematico e mostra un aumento della crescita dei germogli posti all’interno dell’accumulatore del 40%. Questo esperimento è eseguito quasi ogni estate dai nostri studenti, cosicché possono provare da loro la realtà dei fatti. Abbiamo anche una camera oscura di energia orgonica, che è un accumulatore costruito a dimensione di stanza, che permette lo sviluppo di notevoli cariche orgoniche al suo interno. Quasi tutti possono sentire gli effetti della carica orgonica semplicemente camminando all’interno della camera. Questo è il posto dove carichiamo anche i tubi in cui è stato fatto il vuoto che danno una bella colorazione blu quando vengono strofinati, senza che alcun tipo di corrente elettrica venga a essi applicata. Altri esperimenti stanno andando avanti, replicando ampiamente il lavoro di Reich, ma di certo non limitatamente al suo lavoro. Come ad esempio quello relativo allo studio degli effetti della carica orgonica sui contatori Geiger. Un contatore nel nostro laboratorio a volte sale fino a numerose migliaia di impulsi al minuto, solo per esposizione all’energia orgonica, senza che esita alcuna fonte radioattiva oltre al naturale background della zona. Per quanto riguarda il mio lavoro con il cloudbuster, i miei primi studi in questa direzione furono fatti negli anni ’70 sotto gli auspici del Dipartimento di Geografia e Meteorologia dell’Università del Kansas, durante il periodo di dottorato. Da quei primi esperimenti ottenni risultati positivi che confermavano Reich. In seguito ci fu una brutta reazione da parte di qualche professore, che mi obbligò a porre fine a quegli esperimenti. Continuai le mie ricerche sul cloudbuster in privato, aiutato da vari amici e colleghi, e da allora ho eseguito un numero significativo di progetti di ricerca. Per esempio, nel 1989 in Arizona, il mio gruppo passò un’intera estate a effettuare interventi ottenendo un raddoppio delle precipitazioni nelle aree dei deserti americani del sud-ovest. Questa fu una chiara validazione di Reich e dei suoi primi esperimenti effettuati a Tucson. Ho anche eseguito numerosi esperimenti per ridurre la siccità negli Stati Uniti, ponendo fine ad alcune terribili siccità grazie al cloudbuster. Negli anni ’90, dopo il mio ritiro dall’insegnamento a tempo pieno nell’Università, fui invitato a coordinare gruppi di intervento nei deserti del Sud Africa, e in particolare in Namibia e Kalahari, ponendo fine a una grave siccità che durava tre anni e che stava portando quelle zone a una crisi nel rifornimento dei beni alimentari. Anche in Israele ponemmo fine alla siccità, che durava anch’essa da tre anni, e che era caratterizzata da minimi storici dei livelli d’acqua. Le precipitazioni furono così abbondanti che entro la fine della stagione delle piogge quelle zone avevano ricevuto precipitazioni record, con tutti i resevoir completamente pieni. Era meraviglioso da testimoniare, e mi sentivo profondamente privilegiato a condurre tale lavoro e a coordinare quei meravigliosi collaboratori che parteciparono alla spedizione. Ma il più stupefacente risultato doveva ancora venire, era quello relativo al progetto quinquennale in Eritrea, nel Corno d’Africa, eseguito tra il 1994 e il 1999. Questo esperimento pose fine a una siccità che durava da trent’anni in quella regione e la quantità di pioggia che cadde dopo gli interventi fu il 50% in più rispetto a quella caduta prima delle operazioni. Le piogge caddero non solo in Eritrea, ma anche in Etiopia e in Sudan, forse perfino più in là, poichè il cloudbuster può stimolare una reazione atmosferica a catena all’interno delle nubi e propagarsi anche su grandi distanze. Anche il deflusso superficiale delle acque all’interno del bacino del fiume Nilo fu notevole, registrando flussi d’acqua mai visti prima nel tratto egiziano del fiume e, per la prima volta dal 1988, si assistette al riempimento del lago Nasser oltre la diga di Assuan. In quell’anno, avevamo in funzione tre stazioni di cloudbusting separate, che erano coordinate via radio-telefono. Fu un enorme e quasi incredibile risultato, determinato soprattutto dalla formazione in pieno deserto, nel 1998, di numerosi giganteschi laghi adiacenti al fiume Nilo. Questi laghi si erano formati grazie all’enorme quantità di acqua in eccesso che era defluita dal lago Nasser verso il deserto. Questa fu una cosa completamente nuova che non si era mai registrata prima nella storia, almeno non dopo la fase umida sahariana, che termina all’incirca nel 2000 prima di Cristo. In base a queste esperienze posso dire, e in questo devo concordare con Reich, che perfino il peggiore dei deserti del mondo può essere rinverdito, se esiste la capacità sociale e la volontà di finanziare tali sforzi, e se alle persone che hanno la conoscenza e la capacità di farlo viene dato il pubblico supporto. Mentre, se da un lato tutti questi esperimenti ebbero il supporto logistico di Enti Governativi locali e Ministeri dell’Agricoltura – in Israele, Namibia ed Eritrea – ricevendo persino alcuni fondi per le nostre spese, dall’altro fummo apertamente osteggiati dai meteorologi di quelle nazioni, che semplicemente non potevano credere che uno strumento così semplice come il cloudbuster potesse avere così grosse ricadute come mettere fine alla siccità, e portare pioggia nei bacini estremamente secchi del deserto. A queste persone non importava che la terra e la vita delle loro nazioni stessero prosciugandosi e morendo, e che essi non avessero niente da offrire alla gente in quel periodo di sofferenza – essi erano solamente preoccupati che alcuni stranieri si fossero intromessi nel loro praticello e stessero proponendo nuove idee che non erano in grado di accettare. Ma c’è un altro problema che necessita di essere discusso, ed è quello degli esperti di cloudbuster dell’ultimo minuto che disprezzano i metodi scientifici e la scienza in generale – che è un gigantesco errore – e così escono e fanno interventi senza un adeguato addestramento e conoscenze. Essi non studiano né i concetti fondamentali del tempo né la scienza del clima, e neanche il lavoro di Reich in dettaglio, ed evitano contatti con la gente che conosce questi argomenti, anche solo per costruire i vari tipi di attrezzi che assomigliano vagamente al cloudbuster. Di conseguenza c’è gente che va in giro con strumenti che non producono alcun effetto o che in alcuni casi producono ancor più siccità attraverso il loro uso improprio. Ho scritto anche alcuni articoli su questo problema, che oggi è ancor più importante e sentito di quello relativo all’atteggiamento degli scienziati tradizionali.

Domanda: Che cosa pensi del motore a energia orgonica e del fattore Y?

Risposta: Mi piacerebbe sapere qual’era il fattore Y. Non ho mai replicato questo esperimento. Vorrei farlo, ma non si può fare tutto, specialmente con i nostri budget molto limitati. Spero che Reich abbia riportato il suo lavoro onestamente e accuratamente, così che qualcuno possa alla fine riprodurlo.

Domanda: Negli ultimi cinquant’anni alcuni ricercatori hanno parlato di motore orgonico. In Australia qualcuno ha sviluppato la Joe’s Cell, e altri brevetti o strumenti sperimentali sono presenti attualmente nel mondo. Che cosa ne pensi di queste rivendicazioni?

Risposta: Sono a conoscenza di alcuni di questi esperimenti e, mentre spero siano corretti e si dimostrino all’altezza, devo dire che non ho visto prove convincenti. Per esempio, nessuno ha dimostrato che il motore orgonico è uno strumento che funziona in modo indipendente, in maniera che si possa essere certi che non esistono cavi nascosti o che non c’è del business dietro tutto questo. Una persona, che diceva di aver realmente riprodotto il motore orgonico, mi attaccò pubblicamente quando, dopo aver chiesto una mia opinione, gli feci privatamente una critica costruttiva sulle sue teorie più generali e gli chiesi che la dimostrazione del funzionamento del motore fosse fatta in circostanze più trasparenti. Per quanto ne so, nessuno ha ancora fatto una dimostrazione pubblica di un’automobile che funziona a energia orgonica. Ci sono un sacco di rivendicazioni su Internet, certamente, ma non esiste sufficiente documentazione o trasparenza. Ovviamente affermando questo, so che sarò attaccato ancora una volta, ma credo fermamente che lo scienziato naturale abbia l’obbligo di attenersi ai fatti, e noi dobbiamo produrre un’esauriente documentazione degli esperimenti di Reich prima di uscire in pubblico con certe rivendicazioni, poiché altrimenti si forniscono solo munizioni ai detrattori di Reich, poiché il termine orgone è abusato da ogni tipo di mercante o mistico, che vende prodotti o imbonisce interi sistemi metafisici e dove le sue scoperte sono invocate in modo inappropriato o perfino fraudolento. Tutto questo non ha niente a che fare con la scienza di Reich, e non si può che guadagnarci a dimostrare un atteggiamento di razionalità scientifica e di onesto scetticismo.

Domanda: Dopo trent’anni dal lavoro di Reich, è cambiato l’atteggiamento della gente verso di esso?

Risposta: Sì, lentamente. Come diceva Max Plank (Premio Nobel per la Fisica 1918): la Scienza procede funerale dopo funerale. Dovrei anche concludere dicendo che gran parte degli esperimenti che ho discusso sono pubblicati su relazioni disponibili per coloro che sono interessati. Il nostro giornale di ricerca, Pulse of the Planet, contiene eccellenti articoli sia sperimentali che di carattere generale, scritti da differenti autori. Il mio sito web riporta numerose informazioni su tutte le nostre attività e pubblichiamo anche libri su questi argomenti. Il nostro Istituto di Ricerca ha una propria libreria on-line, che vende questi libri così come quelli scritti da Reich e da altri scienziati naturali, insieme ad alcuni strumenti di ricerca. Inoltre ogni estate teniamo seminari di addestramento su questi argomenti. Stiamo portando avanti sia progetti di ricerca sia applicazioni originali, e cerchiamo di divulgare la conoscenza a studiosi e professionisti responsabili. Abbiamo un costante flusso di gente proveniente da tutto il mondo per visitare il Centro Greensprings sulle montagne del sud dell’Oregon. Così osservo davvero un lento scioglimento del modo di pensare della gente su questi argomenti, un lento e crescente consenso. ma talvolta mi sembra davvero che si sciolga alla velocità di un ghiacciaio.

Prof. James DeMeo, Ph.D:
Orgone Biophysical Research Lab
Ashland, Oregon, USA

http://www.orgonelab.org/

http://www.altrogiornale.org/intervista-al-prof-demeo-sugli-sviluppi-della-ricerca-orgonica/


mercoledì 12 ottobre 2016

MEDIOEVO E...MULTIUNIVERSO



UN TEOLOGO MEDIEVALE GIÀ IPOTIZZAVA L’ESISTENZA DI ALTRI UNIVERSI “PARALLELI”

da:


Nel 1225 il teologo inglese Roberto Grossatesta scrive De Luce, un testo in cui sono preconizzate alcune idee che stanno alla base della moderna cosmologia. Alcuni ricercatori hanno provato a tradurre in equazioni quelle idee, dimostrando che sono addirittura compatibili con le attuali teorie sull'esistenza di universi multipli.  

[Marco Galliani su Media Inaf] : “ Chi l’avrebbe detto che in pieno Medioevo, periodo storico non certo aperto alla scienza, sarebbero stati gettati, seppur involontariamente, i semi di una delle teorie oggi più avanzata e dibattuta sull’evoluzione del cosmo, ovvero quella che prevede l’esistenza di più universi?”

Quando le ‘streghe’ venivano bruciate come fossero fiammiferi e i più eminenti dotti giuravano e spergiuravano che la Terra fosse al centro dell’Universo, fulcro di quella ordinatissima e perfettissima armonia celeste, il teologo inglese Roberto Grossatesta scriveva il trattato De Luce (La Luce). 


Era il 1225 quando Grossatesta, che aveva studiato le opere recentemente riscoperte di Aristotele sul moto delle stelle e della Terra in una serie di nove sfere concentriche, propone nel suo scritto l’idea di un universo iniziato con un lampo di luce. Questo lampo avrebbe spinto tutta la materia verso l’esterno, da un piccolo punto fino a trasformarla in una grandissima sfera. Questa analogia vi ricorda qualcosa? Ma sì, è sorprendente moderna, assai vicina al concetto che sta alla base della ben nota teoria del Big Bang. Una simile visione, o meglio previsione, annidata nel paludato latino del De Luce, non poteva certo lasciare indifferenti anche qualcuno dei ricercatori del nostro XXI secolo, e così è stato. Tom McLeish, fisico presso la Durham University nel Regno Unito, aiutato da alcuni colleghi ha provato a ‘tradurre’ le speculazioni di Grossatesta dalla lingua di Cicerone a quella della matematica contemporanea, fatta di simboli, equazioni differenziali e complessi metodi di approssimazioni numeriche, per vedere a quali risultati avrebbero portato. “Abbiamo cercato di scrivere in termini matematici quello che il teologo ha detto con parole latine”, dice McLeish. “Abbiamo così a disposizione una serie di equazioni, che possono essere inserite nei computer e risolte. Stiamo esplorando con il solo ausilio della matematica un nuovo tipo di universo, che poi è proprio quello che i fisici teorici delle stringhe fanno a tempo pieno. Possiamo considerarci dei teorici delle stringhe medievali”.
Come riporta lo studio, nell’universo di Grossatesta luce e materia sono accoppiati insieme. Quando dall’impulso iniziale la loro espansione raggiunge una densità minima, entra in quello che viene definito uno stato perfetto, il processo di accrescimento si arresta. Questa sfera perfetta emette allora una nuova forma di luce chiamata lumen, che invece si propaga verso l’interno, ‘purificando la materia imperfetta dentro la sfera e comprimendola, fino a che raggiunge anch’essa uno stato ideale e a sua volta diventa sorgente di lumen. Andando a ritroso, il processo prosegue e lascia come unico ‘residuo’ di materia imperfetta da cui, guarda caso, si è generata proprio la Terra. Di certo a Grossatesta non sfiorò nemmeno l’idea di poter essere considerato un lontano precursore delle moderne teorie cosmologiche, addirittura fino a sottintendere la possibilità dell’esistenza di universi multipli. “Ovviamente non poteva neanche immaginare che nella sua visione del cosmo si possono arrangiare tanti multiversi”, continua McLeish. “Ma tra ottocento anni che cosa dirà la gente delle ipotesi che stiamo facendo oggi?”.



http://www.ilnavigatorecurioso.it/2016/10/08/un-teologo-medievale-gia-ipotizzava-lesistenza-di-altri-universi/

SE TI E' PIACIUTO QUESTO POST NON PUOI PERDERE:

LA VERA "GENESI" DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?

"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA"
" IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: LA VERA GENESI DELL'HOMO SAPIENS"
DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs








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