IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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VIDEO SINOSSI DELL'UOMO KOSMICO

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Con questo libro Marco La Rosa ha vinto il
PREMIO NAZIONALE CRONACHE DEL MISTERO
ALTIPIANI DI ARCINAZZO 2014
* MISTERI DELLA STORIA *

con il patrocinio di: • Associazione socio-culturale ITALIA MIA di Roma, • Regione Lazio, • Provincia di Roma, • Comune di Arcinazzo Romano, e in collaborazione con • Associazione Promedia • PerlawebTV, e con la partnership dei siti internet • www.luoghimisteriosi.it • www.ilpuntosulmistero.it

LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

lunedì 29 maggio 2017

I CAMBIAMENTI COSMICI E...LA MIGRAZIONE DEGLI ALBERI


Usa, la migrazione degli alberi. "Si stanno spostando verso ovest"

E’ SOLO UNA QUESTIONE DI CAMBIAMENTO DELLE PRECIPITAZIONI OPPURE LA NATURA, CHE SI ACCORGE DEI MUTAMENTI COSMICI MOLTO PRIMA DI NOI, CI STA AVVERTENDO DI QUALCOSA CHE E’ ORMAI IMMINENTE?
                          Il professor Songlin Fei - (Purdue University photo/Tom Campbell

Una ricerca indica che le piante degli States orientali sono in cammino verso una nuova e inusuale direzione. "Si sono spostati di 15,4 chilometri in 10 anni" nella direzione sbagliata?

 In America sta avvenendo una lenta e strana marcia degli alberi verso ovest. Fatto che stupisce scienziati e ricercatori: dovrebbero muoversi verso i poli, in particolare a nord, alla ricerca di temperature più familiari rispetto a quelle che il cambiamento climatico sta modificando. Eppure, spiegano gli ecologisti della Purdue University di West Lafayette, Indiana, negli ultimi 30 anni la migrazione degli alberi orientali sembra aver cambiato direzione. La causa, secondo i ricercatori, è legata al mutamento delle precipitazioni. Per questo motivo alcune specie di alberi della parte orientale degli Stati Uniti avrebbero intrapreso un lento spostamento verso ovest.

                            Treepedia, l'atlante degli alberi nelle città del mondo

A Science, il professor Songlin Fei ha raccontato che osservando il "cammino" di 86 tipi di alberi attraverso i dati del servizio Forestale degli Stati Uniti (nel periodo 1980-1995 e 2013-2015) su piante di Maine, Minnesota e Florida, "c'è stata una grande sorpresa. Gli alberi rispondono ai cambiamenti del clima, alla disponibilità di acqua e alle variazioni della temperatura. Ma anziché andare verso nord, lontano dai tropici e dal suolo più caldo, come da sempre osservato e ipotizzato, vanno verso ovest. Il che resta per molti aspetti ancora un mistero". Secondo lo studio questo processo graduale sta avvenendo "più velocemente di quanto si possa pensare" e gli alberi che si muovono verso il "west" si stanno spostando ad una velocità di 15,4 chilometri per decennio, mentre quelli in cammino verso nord si sono spostati "solo" a 11 chilometri per decennio. Rispetto a molte conifere, gli angiosperme e gli alberi in fiore hanno dunque preso "una nuova direzione, probabilmente legata alla pioggia" anche se Fei spiega che "è ancora complesso determinare il motivo di questi spostamenti, ci sono molti fattori da considerare". Fra questi, ad esempio, l'iterazione uomo-natura, con l'insediamento di molti residenti in quelle aree a partire dal 1920, il diffondersi di parassiti, la presenza di incendi e altre conseguenze che potrebbero aver influito sulla vita delle piante. "Quello che è certo è che le foreste odierne hanno un aspetto diverso rispetto a 10, 20 o 30 anni fa. Un altro fatto rilevante è che spesso a 'partire' sono gli alberi più giovani". Chiaramente, sottolinea il ricercatore, "non è che alzano le radici e camminano, ma gli alberi più giovani cominciano a nascere o migrare più verso ovest. Spostano gradualmente i loro "centri abitati" a seconda delle condizioni migliori che possono trovare per crescere". Gli alberelli possono espandersi più facilmente in una nuova regione mentre i più anziani muoiono.

 
 Dai dati osservati quasi nessuna specie si è spostata verso sud o est e "la temperatura media annua degli ultimi 35 anni negli Stati Uniti orientali è aumentata di 0,16 gradi Celsius". Tutti fattori che "non possono farci pensare che questi spostamenti siano colpa del cambiamento climatico al 100%, ma di sicuro è gran parte del problema e gli alberi si adattano a questo andando a cercare l'umidità altrove" chiosa Fei. In attesa di approfondire il fenomeno, senza sapere se la tendenza continuerà verso ovest, gli studiosi temono che si verificherà una spaccatura nelle più importanti comunità arboree degli States orientali.  "Le conifere vanno a nord, gli altri a ovest: ci sarà una frattura a est. Se diverse specie migrano in direzioni opposte, la comunità potrebbe iniziare a crollare. E' un po' come vedere la fine di un gruppo di amici che si dividono per andare in diverse Università. Dobbiamo continuare a monitorarli".






PER APPROFONDIMENTI:






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LA VERA "GENESI" DELL'UOMO E' COME CI HANNO SEMPRE RACCONTATO? OPPURE E' UNA STORIA COMPLETAMENTE DIVERSA?

"L'UOMO KOSMICO", TEORIA DI UN'EVOLUZIONE NON RICONOSCIUTA"
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mercoledì 24 maggio 2017

VACCINI: IL VERO PROBLEMA E' IL GRADO DI CONOSCENZA E CONSAPEVOLEZZA DELL'UOMO MEDIO


con la collaborazione e consulenza del Dr. Giorgio Pattera (biologo)

QUALI SONO LE COSE DA CONOSCERE?

PERCHE’ I VACCINI (FORSE) SONO STATI FONDAMENTALI (OPPURE PER NULLA !) PER L’UMANITA’ E PERCHE’ OGGI RISCHIANO DI DIVENTARE UN PROBLEMA PER  CHI GOVERNA SENZA CRITERIO?

 
Thimerosal:

Etil(2-mercaptobenzoato-(2-)-O,S) mercurato(1-) sodio C9H9HgNaO2S tossicità acuta tossico a lungo termine pericoloso per l'ambiente.

Thimerosal o Thiomersal o sodio-etilmercurio-tiosalicilato (C9H9HgNaO2S) è un composto organo-mercuriale, strutturalmente correlato a nitromersolo. Nell'organismo viene metabolizzato in etilmercurio e tiosalicilato. Non contiene metilmercurio, un derivato mercuriale i cui effetti tossici sull'uomo sono ben studiati. In virtù del suo potere antisettico, fin dagli anni '30 viene utilizzato come conservante dei vaccini, nelle preparazioni di immunoglobuline, sieri anti-veleno, soluzioni disinfettanti per uso oftalmologico e nasale e negli inchiostri per tatuaggi. Sintetizzato per la prima volta da Morris Kharasch, il composto fu commercializzato negli Stati Uniti con il nome di Merthiolate dalla Eli Lilly and Company. Negli Stati Uniti, nell'Unione europea e in alcuni altri paesi tale composto viene progressivamente eliminato dai vaccini a uso pediatrico, a scopo precauzionale, per ridurre la potenziale sovra-esposizione al mercurio nei bambini.

La presunta correlazione con l'autismo:

Nonostante numerosi studi e ricerche scientifiche non rilevino alcuna correlazione tra thimerosal e autismo alcuni soggetti attivi nell'ambito medico, ritengono che il thimerosal potrebbe avere una presunta correlazione con l'autismo. Il consenso scientifico "ufficiale" internazionale, incluse le più importanti istituzioni scientifiche e mediche mondiali, come il National Institute of Health statunitense e l'Organizzazione Mondiale della Sanità, e così anche le agenzie governative come la Food and Drug Administration e la CDC, ad oggi escludono espressamente che il thimerosal possa avere un qualunque ruolo nell'autismo o nei disordini neurologici. Nonostante ciò, una notevole mole di studi scientifici indipendenti, alcuni li potrete trovare qui:

http://www.mednat.org/vaccini/effetto_gregge.htm


e qui:


sono davvero una grossa spina nel fianco per i signori della medicina che purtroppo sono anche a salvaguardia degli interessi economici delle lobby farmaceutiche. Se davvero quindi non ci fosse alcun rischio non sarebbe necessario ridurre la sovra-esposizione da mercurio e altre non precisate sostanze (vedi sopra l'esposto Codacons), come invece si sta facendo ufficialmente dal 1999 (?). E’ palese che dietro a ciò ci sia ben altro che l' incondizionata salvaguardia della salute pubblica.

Oggi assistiamo praticamente impotenti, alle isteriche prese di posizione della medicina ufficiale e dei politici con gli ultimi decreti legge, che oltre ad imporre ben 12 vaccini obbligatori (solo in Italia),  demonizzano ed inquisiscono tutti coloro che, BADATE BENE, non obiettano la necessità dei vaccini tout court, ma chiedono semplicemente che sia fatta una volta per tutte chiarezza sulla necessità di vaccinazioni a tappeto anche quando non necessario e certamente di rendere i vaccini, quelli davvero importanti, totalmente sicuri non a spese del contribuente ma a totale carico del produttore, nonché evitare la censura di tutti gli studi alternativi che presentano evidenze importanti riguardo l'efficacia delle vaccinazioni, con screening ultradecennali ed approfondite analisi scientifiche assolutamente degne di fede.

 Purtroppo, questo logico ragionamento non fa ancora parte della nostra cultura. Essere correttamente istruiti ed informati è controproducente per chi vuole detenere il controllo delle masse, ecco perché la pigrizia dell’individuo medio nel voler essere “consapevole” gioca a favore di coloro che si ergono a detentori del sapere e del potere, favorendo questo clima isterico, oscurantista, totalitario e di anacronistica "caccia alle streghe". 

MLR


GLI AMISH - LA COMUNITA' CHE RIFIUTA I VACCINI CON TASSI DI AUTISMO PARI A ZERO! COINCIDENZE?



A cura del Dott. Massimo Pandiani:
Negli Stati Uniti, 1 bambino su 166 è autistico.

Un giornalista ha deciso di analizzare la percentuale di bambini autistici presso le comunità Amish, per ricavare indizi eziologici sulla malattia. L’autismo è una patologia difficile da gestire, poiché è caratterizzato da uno sviluppo anomalo o alterato dell’interazione e comunicazione sociale, e da una notevole limitazione delle attività e degli interessi del soggetto. E mentre l’ambiente scientifico afferma che la prevalenza dell’autismo sia rimasta generalmente la stessa per millenni, ora, negli Stati Uniti, siamo arrivati ad una percentuale di un caso ogni 166 bambini nati. Con questa devastante statistica in mente, un giornalista ha pensato di analizzare la percentuale di autistici presenti nelle comunità Amish, perché forse questa ricerca avrebbe potuto rivelare vari indizi eziologici dell’autismo. Essendo stati per centinaia di anni non a contatto con la cultura americana e col progresso scientifico, gli Amish avrebbero potuto avere meno contatti con qualche nuovo fattore in grado di stimolare lo sviluppo dell’autismo nel resto della popolazione. E la causa più probabile sarebbero i vaccini. Viaggiando nel cuore della comunità olandese della Pensylvania, alla ricerca di bambini Amish autistici, il giornalista – basandosi sulle statistiche nazionali – avrebbe dovuto trovare almeno 200 bambini autistici nella comunità, ma al contrario, ne ha trovati soltanto tre, con un’età massima di 9-10 anni: La prima era una ragazzina giunta in adozione dalla Cina, (la Cina, l’India e l’Indonesia, sono fra i paesi che si stanno attivando più in fretta per i programmi di vaccinazione di massa). Il secondo bambino Amish autistico, era stato sottoposto sicuramente a vaccinazione, sviluppando subito dopo autismo. Il giornalista non ha potuto stabilire lo stato delle vaccinazioni del terzo bambino.

Effetti pericolosi del Thimerosal:

In alcuni vaccini, si utilizza un preservante a base di mercurio, denominato Thimerosal, che serve a impedire che le fiale con dosi multiple vengano contaminate dalle ripetute perforazioni dell’ago. Quando i funzionari sanitari Usa si sono resi conto della quantità di mercurio che neonati e bambini erano costretti ad assorbire attraverso i vaccini, la tossina è stata eliminata dai vaccini, a cominciare dal 1999. Vaccini pericolosiTuttavia, per problemi di errori nelle etichette e altri, il thimerosal è ancora presente nei vaccini e sempre più bambini stanno soffrendo a causa di ciò. C’è ancora qualcuno che ha bisogno di ulteriori prove del nesso fra vaccini e autismo? Evidentemente, quanto descritto precedentemente non è una prova scientifica controllata in doppio cieco e con placebo, ma un’analisi basata sull’evidenza dei fatti che, per quanto mi riguarda, fornisce un collegamento irrefutabile tra vaccini contenenti mercurio e autismo. Non è necessario essere medico, avere una specialità in epidemiologia o insegnare genetica molecolare per capire questo collegamento. Quanto ovvio deve essere di più? Il collegamento fra l’autismo e i vaccini non è certamente una idea nuova. Infatti, l’informazione parla di questa questione da almeno sei anni. L’anno scorso uno studio ha rivisto i dati dei Centers for Disease Control and Prevention’s (CDC) Vaccine Data Link, concludendo che i bambini che ricevono vaccinazioni contenenti thimerosal, hanno 27 volte più probabilità di sviluppare autismo, rispetto ai bambini che non hanno subito questa prassi. Ciò significa un aumento di rischio del 2.700 per cento. I numeri non mentono. E’ impressionante come il giornalista abbia trovato solo tre bambini con autismo fra gli Amish. Uno era adottato e vaccinato precedentemente, un altro era uno dei pochi bambini Amish vaccinati ed il terzo ha avuto una storia poco chiara di vaccinazioni. Quindi, tutt’al più, solo un bambino autistico rispetto ai 200 previsti (stando alle statistiche nazionali americane). Le probabilità che queste siano pure coincidenze è praticamente impossibile. A causa della loro credenze religiose, la Comunità Amish non somministra ai propri bambini nessun vaccino. Naturalmente, molti di voi non possono scegliere un metodo così radicale. Tuttavia, se doveste scegliere un vaccino, vi consiglierei di guardare le numerose informazioni sul vaccino dell’epatite B. La versione multidose di questo vaccino, che è somministrato tipicamente ai neonati prima che lascino l’ospedale, contiene, infatti, ancora il thimerosal. Ciò è la massima espressione di negligenza e irresponsabilità, poiché il sistema nervoso centrale immaturo di questi neonati indifesi, è particolarmente suscettibile agli insulti tossici del thimerosal. Se siete giovani genitori che valutano i pro e contro dei vaccini, vi invito vivamente a informarvi circa la tossicità del thimerosal, che è purtroppo ancora presente nei vaccini multidose per l’epatite B e in quasi tutti i vaccini antinfluenzali (!!!) per bambini.

Chi è il Dott. Massimo Pandiani:

Ha conseguito la Laurea in medicina e Chirurgia all’Università degli Studi di Milano nel 1977. Si è specializzato in Urologia (MCL) nel 1980. 

Ha conseguito i seguenti attestati negli Stati Uniti:

Fellow of the International College of Nutrition (La Habra- California) 1982
Diplomate in Applied Kinesiology by IKAK on 1983 Milano, Dr. D. Leaf
Master in N.O.T. (Neuro organizational Tecnique) on 1984 Bern, Dr. K. Ferreri
Master in S.O.T. (Sacro-Occipital-Tecnique) 1985 Omaha, Dr. De Jarnette
Master in N.E.T. (Neuro Emotional Tecnique) 1986 Chicago, Dr. S. Walker
Course on Trace Minerals 1989 Boston, Dr. D. Watts
Course on Trace Minerals 1990 San Diego, Dr. D. Watts
Diplomate by ACAM for Chelation Therapy 1995, Los Angeles
Diplomate by IFM in Functional Medicine, Seattle, 1995-1996, Dr. J. Bland

Che cosa è la Medicina biomolecolare:


La Medicina biomolecolare è una metodologia medica che interviene da un punto di vista diagnostico-terapeutico principalmente, come dice il nome, a livello biochimico cellulare. Poiché la biochimica umana è un unico network composto da sistemi interdipendenti, profondamente influenzati da fattori interni ed esterni ambientali, l’approccio deve vertere su una valutazione dell’insieme di tutti questi sistemi (olismo) focalizzando l’attenzione sul paziente e non etichettando un individuo col nome di una malattia. I sintomi sono il risultato finale di uno squilibrio delle reazioni biochimiche presenti in quel dato individuo. Poter intervenire a livello biomolecolare significa non limitarsi a tamponare i sintomi bensì correggere gli squilibri, ancora disfunzionali, il più a “monte” possibile agendo quindi a livello di causa. Le reazioni biochimiche si verificano grazie alla presenza e utilizzo di numerosissime sostanze che fungono da catalizzatori. La maggior parte di queste sostanze sono vitamine, minerali e altri fattori nutrizionali. Riconoscere gli squilibri nutrizionali consente di assemblare una terapia a base di supplementi in base alle necessità del paziente. La regolazione dei livelli di questi catalizzatori permette di riportare una normale funzione biochimica. Quindi una supplementazione mirata di nutrienti insieme ad indicazioni dietetiche personalizzate, permette di agire nel vero e unico modo preventivo possibile. Per poter completare l’approccio olistico, regolarizzando le disfunzioni anche a livello strutturale e psichico, la medicina biomolecolare si avvale anche di altre metodiche complementari come la Kinesiologia Applicata, la Chiropratica, Protocolli di detossicazione, Terapia Chelante e varie metodiche psicologiche.


PER APPROFONDIMENTI:






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sabato 20 maggio 2017

CAR - T CELL: NUOVA FRONTIERA DELLA RICERCA ANTICANCRO

                     Immagine delle Car-T Cells – Fonte: Istituto Giannina Gaslini (GE)


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa ( ENEA)

Le Car-T Cell al centro della ricerca anti-cancro

Il convegno di Genova “Stem Cells, Cancer, Immunology and Aging”  sulle nuove terapie anti-cancro ha presentato alcune delle più importanti novità scientifico-terapeutiche in Onco-Ematologia.

Il trapianto di cellule ematopoietiche (trapianto di midollo osseo, in origine) ha rappresentato il primo modello di terapia cellulare. E’ stata un’innovazione terapeutica formidabile che ha salvato e salva tuttora molte vite. Tuttavia, tale pratica clinica ancora oggi è associata ad importanti complicanze a lungo termine. Gli effetti del trapianto sono legati ad una reattività delle cellule trapiantate contro l’organismo del ricevente che permette di combattere il tumore ma che talvolta può anche essere diretta verso organi sani. È quindi necessario lo sviluppo di una terapia cellulare più mirata, cercando di togliere dall’inoculo le cellule che possono generare danni, lasciando espandere solamente quelle efficaci nell’eliminare le cellule neoplastiche. Da anni si lavora su progetti relativi allo studio ed alle applicazioni terapeutiche basate sulla generazione di popolazioni cellulari in grado di esercitare una potente azione antitumorale.

Le Car-T Cell al centro della ricerca anti-cancro:

Gli studi recenti dimostrano che la terapia cellulare è entrata a far parte dell’arsenale terapeutico, andando progressivamente ad occupare un posto sempre più rilevante nella pratica medica e quindi nelle risorse che il SSN dovrà mettere in campo. Oggi tuttavia c’è concreta evidenza che ingegnerizzando i T linfociti si ottengono risultati formidabili in pazienti ormai refrattari a tutte le terapie a disposizione. I Centri di Philadelphia, di New York e di Houston hanno fornito negli ultimi due anni una solida documentazione di questa portentosa innovazione. Questo approccio potrebbe in futuro sostituire il trapianto. Segnalata come Breakthrough of the Year 2013 dalla rivista Science, la terapia cellulare con linfociti geneticamente modificati è una branca della medicina traslazionale dalla storia non recente, ma solo ultimamente assurta alla cronaca scientifica e non per i risultati eccezionali ottenuti già nelle fasi precoci della sperimentazione clinica in tumori ematologici resistenti a terapie convenzionali (risposte complete e durature nel 90% dei bambini ed adulti con leucemia linfoblastica B sottoposti al trattamento – (Maude et al, NEJM, 16 Ottobre 2014).

Processo di trasferimento delle cellule Car-T nel paziente:

Tale approccio è finalizzato a migliorare il riconoscimento delle cellule tumorali da parte dei T linfociti del paziente, rendendoli così in grado di distruggere il tumore. Ciò si ottiene attraverso l’aggiunta di recettori “artificiali” (definiti chimerici – da cui il termine CAR: Chimeric Antigen Receptor) attraverso la manipolazione in laboratorio dei T linfociti estratti dal paziente e reintrodotti nello stesso al termine della procedura. Questo approccio, essendo basato sull’utilizzo di cellule self (ossia già appartenenti al soggetto, non estranee), minimizza al massimo l’eventualità di rigetto.

Le Car-T Cell al centro della ricerca anti-cancro:

Questi risultati straordinari sono il frutto di decenni di innovazioni tecnologiche che hanno reso possibile il superamento degli iniziali ostacoli all’applicazione di questa strategia, ed in particolare hanno permesso: l’ottimizzazione dei già esistenti recettori chimerici o CAR, lo sviluppo di vettori virali per il trasferimento genico sempre più efficaci e sicuri e la messa a punto di protocolli per l’espansione ex vivo dei linfociti T che ne preservino al meglio le caratteristiche funzionali. Quest’esperienza, originariamente nata in centri accademici nordamericani, ha risvegliato un interesse senza precedenti da parte della grande industria farmaceutica (Novartis, GSK, Pfizer) e ha favorito la nascita di start-up biotecnologiche ad hoc dalla capitalizzazione iniziale da capogiro (Juno Therapeutics, Kite Pharma, partnership Bluebird-bio-Celgene). Forti di ingenti finanziamenti, in questo delicato momento, queste stesse realtà stanno instaurando una complessa rete di collaborazioni con gruppi accademici, anche europei, attivi nel campo, al fine di assicurarsi un vantaggio competitivo di know-how e proprietà intellettuale, in quella che si sta profilando come una vera e propria corsa all’oro. E’ iniziata una collaborazione con i principali Centri che hanno sviluppato queste tecnologie. La collaborazione prevede sia l’invio di giovani in questi Centri, sia una attiva partecipazione del Gaslini al futuro sviluppo ed impiego di queste nuove tecnologie.

Da:
 

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martedì 16 maggio 2017

PERCHE’ SICURAMENTE NON SIAMO SOLI NELL’UNIVERSO

Sabato e domenica scorsi, si sono svolti a San Marino gli annuali simposi sull'esplorazione dello spazio, la vita nel cosmo e sopratutto la ricerca della vita extraterrestre.
Sabato mattina all'interno del 18° Simposio Mondiale sull'esplorazione dello spazio e la vita nel cosmo, il sottoscritto ed il Dr. Giorgio Pattera sono stati invitati a tenere una relazione inerente gli argomenti trattati nell' ultimo saggio: "IL PRINCIPIO DELL'IMMORTALITA', NEO-ESO-BIOLOGIA, pubblicato nel 2016.

di seguito potrete leggere una sintesi dei concetti esposti, corredati da alcune foto dell'evento e dei relatori italiani ed esteri che hanno portato i loro contributi.

Un doveroso ringraziamento all'amico Dr. Roberto Pinotti, al Presidente del CUN Vladimiro Bibolotti ed a tutto il Consiglio Direttivo per l'invito, l'organizzazione ed il successo dell'evento che ha visto la cornice del teatro Titano, gremita in ogni ordine di posti per tutta la due giorni dei simposi.
Un ringraziamento per il patrocinio e l'eccellente ospitalità alla Segreteria di Stato per il Turismo, Territorio e Ambiente, la Segreteria di Stato per gli Affari Esteri e Politici , Istruzione Cultura e Università della Repubblica di San Marino.

Marco La Rosa & Giorgio Pattera
          
“La vita è un fenomeno naturale, normale, addirittura inevitabile. Quindi, presto o tardi, inizierà su ogni pianeta abitabile…”
                                          (Isaac Asimov, 1979)

UNIVERSO ED ORDINE “KOSMICO”: 

L’IMPORTANZA DEL DNA UNIVERSALE NELLA COSTANTE COSMOLOGICA

di: Marco La Rosa



 Isaac Asimov (biochimico-scrittore):

…”possiamo metterla in questo modo: la prima legge della termodinamica stabilisce che il contenuto in energia dell’universo è costante. La seconda legge della termodinamica stabilisce che il contenuto di entropia dell’universo aumenta. Se la prima legge della termodinamica sembra implicare che l’universo è immortale, la seconda legge mostra che questa immortalità è, in un certo modo, priva di valore. L’energia sarà sempre lì, ma non sarà sempre capace di produrre cambiamenti, moto e lavoro. Un giorno l’entropia dell’universo raggiungerà un massimo e tutta l’energia sarà livellata. Allora, benché tutta l’energia sia ancora presente, non saranno possibili variazioni, moto,lavoro, vita ed intelligenza. L’universo esisterà ancora ma solo come una statua congelata. Il film avrà cessato di girare e staremo guardando per sempre un fotogramma fisso”.

…”talvolta il processo dell’aumento di entropia viene descritto immaginando l’universo come un orologio enorme ed indescrivibilmente complicato che sta lentamente rallentando. Ebbene gli esseri umani posseggono orologi che possono rallentare, e spesso lo fanno, ma possono sempre ricaricarli. Non potrebbe esservi un processo analogo anche per l’universo? In effetti, non dobbiamo immaginare che una diminuzione di entropia avvenga solo attraverso azioni deliberate di esseri umani. La vita stessa, a prescindere completamente dall’intelligenza umana, sembra sfidare la seconda legge della termodinamica. Gli individui muoiono, ma nuovi ne nascono e la gioventù è sempre comunque in maggioranza. La vegetazione muore d’inverno ma cresce nuovamente in primavera. La vita si è mantenuta sulla terra per più di tre miliardi di anni e non mostra alcun segno di volersi estinguere; in effetti , sembra voglia arricchirsi, poiché in  tutta la sua storia sulla terra la vita è diventata più complessa sia nel caso dei singoli organismi sia nelle rete ecologica che li avvolge insieme. La storia dell’evoluzione biologica rappresenta una vasta diminuzione di entropia. A causa di ciò, si è cercato di definire la vita come un meccanismo per la diminuzione dell’entropia. Se ciò fosse vero, allora l’universo non andrebbe mai incontro alla cosiddetta “morte termica”, in quanto dovunque la vita eserciti la sua influenza essa agirà automaticamente per diminuire l’entropia”.

L'evoluzione cosmica procede quindi  per progressivi aumenti del disordine ma, in tutto questo caos, localmente si formano “campi” che violano la seconda legge della termodinamica permettendo lo sviluppo di strutture altamente organizzate ed ordinate come quelle biologiche, senza violare la legge generale. Si può dire che la costruzione dell’ ordine locale viene fatta a spese dell' "ordine esterno" e quindi l'entropia generale (disordine) del sistema aumenta, mentre quella locale (ad esempio la vita sulla Terra) diminuisce tendendo all’ordine. Pertanto l'aumento dell’ ordine che si vede nel nostro mondo è ottenuto sfruttando l'energia che riceviamo dal Sole in forma di fotoni ordinati (energia cinetica) che, dopo l'uso, sono ri-emessi “disordinatamente” come radiazione infrarossa, cioè calore che è una forma  più "disordinata" di quella cinetica dei fotoni incidenti. La seconda legge (forse),  ha valenza universale e domina  il comportamento della materia, ma proprio l'evoluzione termodinamica permette alla materia di strutturarsi in forme altamente organizzate (e quindi altamente ordinate) come appunto quelle che danno origine alla vita cosciente.  

Il premio Nobel per la chimica (1977) Ilya Prigogine fu uno strenuo sostenitore della teoria che il cosmo si evolve verso un progressivo aumento della complessità e dell’ordine. La vita, secondo  lo scienziato russo, non è nata per caso, non è una fatalità; al contrario, è conseguenza di una logica immanente all’universo, organizzato in modo da generare forme di vita sempre più complesse e organizzate. Il cosmo ha ospitato i gas primordiali, poi le prime particelle viventi, le forme di vita inferiori, gli animali e infine la vita intelligente e cosciente.

Quindi siamo in presenza di  una logica,  di una legge superiore che organizza ed amministra l’universo. Qualcosa di  più forte del caso che sarebbe alla base delle mutazioni che consentono l’evoluzione. È la legge cosmica fondamentale che non possiamo dimostrare, ma di cui l’uomo ha intuizione fin dall’Antichità e che ha chiamato Logos (i Greci), Hokmà (gli Ebrei), Maat (gli Egiziani), Dhamma (gli Indù), Tao (i Cinesi), Shinto (i Giapponesi). Un ordine universale che procede lungo la linea del tempo e arriva  all’uomo. In questo senso, filosofia greca e sapienza orientale sono in perfetto accordo: Lao-Tzu guarda al Tao per dare un ordine alla vicenda umana, e Platone, nelle Leggi, scrive: “Anche quel piccolo frammento che tu rappresenti, o uomo meschino, ha sempre il suo intimo rapporto con il cosmo… Non per te infatti questa vita si svolge, ma tu, piuttosto, vieni generato per la vita cosmica”.

<< La Vita consapevole , è la Scienza più potente e perfetta dell’Universo, non ha nulla di casuale, fin dall’inizio. >>. (Marco La Rosa).

FONTI E CITAZIONI:

“Civiltà extraterrestri” – Isaac Asimov – Mondadori 1994
“Catastrofi a scelta” – Isaac Asimov – AME 1979
http://www.estropico.com/id268.htm
“fili d’aquilone n. 20” – filidaquilone.it
“L’altra Genesi” – Marco La Rosa – 2012
“L’Uomo Kosmico”  - Marco La Rosa  - 2014
“Il Risveglio del Caduceo dormiente” – Marco La Rosa - 2015
“Il Principio dell’immortalità” – Marco La Rosa & Giorgio Pattera - 2016
 












Foto: CHIERICI CRISTIANA
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sabato 13 maggio 2017

ALTRE VITE... ALIENE ...

               Encelado, visto dalla sonda Cassini, nel 2015 (Credit: NASA/JPL-Caltech)

SEGNALATO DAL DR. GIORGIO PATTERA (BIOLOGO)

La vita aliena? Potrebbe essere basata sul silicio

Dopo la scoperta di Trappist-1, la Nasa ha annunciato che l’oceano sotto la superficie ghiacciata di Encelado, un satellite di Saturno, potrebbe ospitare forme di vita. Ma di che tipo?

Questa prima parte del 2017 è stata caratterizzata da annunci eclatanti da parte della Nasa. A febbraio la scoperta di Trappist-1, un sistema solare a circa 40 anni luce dalla Terra, formato da sette pianeti. Tre di questi si troverebbero nella cosiddetta fascia di abitabilità, una zona in cui è possibile teoricamente la presenza di acqua in forma liquida necessaria allo sviluppo della vita così come la conosciamo. È di aprile, invece, la notizia che su Encelado, un satellite di Saturno, potrebbero esserci le condizioni e gli ingredienti adatti allo sviluppo della vita. È inevitabile che queste scoperte abbiano puntato i riflettori sugli astrobiologi, coloro che si occupano di cercare la vita al di fuori dei confini della Terra. Ma come? Ne abbiamo parlato con Angela Ciaravella, ricercatrice presso INAF-Osservatorio astronomico di Palermo.

Dott.ssa Ciavarella, perché l’acqua è così importante nella ricerca di forme di vita extraterrestri?

“L’esistenza di acqua liquida è un requisito per la presenza di vita come noi la conosciamo. I primi organismi che si sono sviluppati sulla Terra l’hanno fatto nelle ‘pozze’. Questo perché in quel periodo le condizioni sulla Terra erano abbastanza estreme. Si pensi ad esempio a due aspetti fondamentali: la mancanza di un’atmosfera capace di isolare e proteggere la Terra dalle componenti più nocive della radiazione solare, e la mancanza di ossigeno, elemento fondamentale per la vita. Nei bacini lo strato di acqua ha rivestito il duplice ruolo di agente schermante delle radiazioni nocive e di ingrediente basilare, insieme all’argilla, nello sviluppo della vita”.

Perché Encelado è un buon candidato nella ricerca di forme di vita aliene?

“La Terra è l’unico pianeta del Sistema solare che possiede oceani sulla sua superficie, una caratteristica su cui è basata la definizione di zona di abitabilità che estendiamo ad altri pianeti extrasolari. Encelado, ma anche Europa, satelliti rispettivamente di Saturno e di Giove, tuttavia hanno oceani sotto la loro superficie; di conseguenza questi due oggetti sono diventati buoni candidati per la ricerca della vita al di fuori della Terra”.

Su Encelado, o altrove, potrebbero esistere forme di vita che non si basino sul carbonio?

“La chimica degli esseri viventi è la chimica del carbonio, che è il quarto elemento più abbondante nell’Universo dopo l’idrogeno, l’elio e l’ossigeno. Speculando su altri elementi diversi dal carbonio su cui si potrebbe basare la vita, il silicio è l’elemento più comunemente citato. Benché sia circa cinque volte meno abbondante del carbonio, come questo si organizza in catene di molecole grandi abbastanza per svolgere processi biologici, ma è meno flessibile. Ad esempio si lega con meno tipi di atomi e, rispetto al carbonio, ha maggiori limitazioni sul tipo di strutture che può formare. Le sue molecole voluminose non si legano facilmente in gruppi come avviene nella chimica organica (del carbonio). Ciononostante il silicio è un elemento importante nelle strutture scheletriche e protettive di molti esseri viventi basati su una chimica del carbonio. Il silicio è poi un elemento fondamentale delle argille che, per il loro ruolo nell’organizzare i composti di carbonio, si pensa siano uno degli ingredienti fondamentali per l’origine della vita. Infine gli zuccheri del silicio sono solubili a basse temperature in azoto liquido. Quindi, in principio, in ambienti molto diversi da quelli terrestri il silicio potrebbe giocare un ruolo di primo piano”.

Tornando al carbonio, nello Spazio sono state trovate delle molecole organiche?

“Sì. Circa il 75% delle molecole trovate nello Spazio sono di tipo organico; sono costituite da elementi sintetizzati nelle stelle e dispersi nello Spazio, come la glicolaldeide, uno zucchero molto semplice scoperto intorno al 2000. Nel 2008 è stato trovato invece l’aminoacetonitrile, un precursore della glicina, che è un amminoacido molto diffuso nelle proteine animali. E poi l’acetamide, la più grande molecola osservata nello Spazio con un legame peptidico. Queste molecole molto complesse sono di notevole interesse astrobiologico. Infatti ottenere indicazioni sulla possibilità di sopravvivenza di materiale organico in ambienti diversi da quello terrestre è importante anche per la comprensione degli effetti dello Spazio sugli esseri umani e, in particolare, sugli astronauti”.

Articolo prodotto in collaborazione con il Master SGP della Sapienza Università di Roma

da:


LA VITA ALIENA A BASE SILICIO E’ STATA AMPIAMENTE TRATTATA DAL DR. PATTERA DIVERSI ANNI FA:

https://marcolarosa.blogspot.it/2016/02/silicio-alieno-o-alieni-al-silicio.html
 

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