IL RISVEGLIO DEL CADUCEO DORMIENTE: la vera genesi dell'Homo sapiens

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LA NUOVA CONOSCENZA

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GdM

sabato 20 maggio 2017

CAR - T CELL: NUOVA FRONTIERA DELLA RICERCA ANTICANCRO

                     Immagine delle Car-T Cells – Fonte: Istituto Giannina Gaslini (GE)


Segnalato dal Dott. Giuseppe Cotellessa ( ENEA)

Le Car-T Cell al centro della ricerca anti-cancro

Il convegno di Genova “Stem Cells, Cancer, Immunology and Aging”  sulle nuove terapie anti-cancro ha presentato alcune delle più importanti novità scientifico-terapeutiche in Onco-Ematologia.

Il trapianto di cellule ematopoietiche (trapianto di midollo osseo, in origine) ha rappresentato il primo modello di terapia cellulare. E’ stata un’innovazione terapeutica formidabile che ha salvato e salva tuttora molte vite. Tuttavia, tale pratica clinica ancora oggi è associata ad importanti complicanze a lungo termine. Gli effetti del trapianto sono legati ad una reattività delle cellule trapiantate contro l’organismo del ricevente che permette di combattere il tumore ma che talvolta può anche essere diretta verso organi sani. È quindi necessario lo sviluppo di una terapia cellulare più mirata, cercando di togliere dall’inoculo le cellule che possono generare danni, lasciando espandere solamente quelle efficaci nell’eliminare le cellule neoplastiche. Da anni si lavora su progetti relativi allo studio ed alle applicazioni terapeutiche basate sulla generazione di popolazioni cellulari in grado di esercitare una potente azione antitumorale.

Le Car-T Cell al centro della ricerca anti-cancro:

Gli studi recenti dimostrano che la terapia cellulare è entrata a far parte dell’arsenale terapeutico, andando progressivamente ad occupare un posto sempre più rilevante nella pratica medica e quindi nelle risorse che il SSN dovrà mettere in campo. Oggi tuttavia c’è concreta evidenza che ingegnerizzando i T linfociti si ottengono risultati formidabili in pazienti ormai refrattari a tutte le terapie a disposizione. I Centri di Philadelphia, di New York e di Houston hanno fornito negli ultimi due anni una solida documentazione di questa portentosa innovazione. Questo approccio potrebbe in futuro sostituire il trapianto. Segnalata come Breakthrough of the Year 2013 dalla rivista Science, la terapia cellulare con linfociti geneticamente modificati è una branca della medicina traslazionale dalla storia non recente, ma solo ultimamente assurta alla cronaca scientifica e non per i risultati eccezionali ottenuti già nelle fasi precoci della sperimentazione clinica in tumori ematologici resistenti a terapie convenzionali (risposte complete e durature nel 90% dei bambini ed adulti con leucemia linfoblastica B sottoposti al trattamento – (Maude et al, NEJM, 16 Ottobre 2014).

Processo di trasferimento delle cellule Car-T nel paziente:

Tale approccio è finalizzato a migliorare il riconoscimento delle cellule tumorali da parte dei T linfociti del paziente, rendendoli così in grado di distruggere il tumore. Ciò si ottiene attraverso l’aggiunta di recettori “artificiali” (definiti chimerici – da cui il termine CAR: Chimeric Antigen Receptor) attraverso la manipolazione in laboratorio dei T linfociti estratti dal paziente e reintrodotti nello stesso al termine della procedura. Questo approccio, essendo basato sull’utilizzo di cellule self (ossia già appartenenti al soggetto, non estranee), minimizza al massimo l’eventualità di rigetto.

Le Car-T Cell al centro della ricerca anti-cancro:

Questi risultati straordinari sono il frutto di decenni di innovazioni tecnologiche che hanno reso possibile il superamento degli iniziali ostacoli all’applicazione di questa strategia, ed in particolare hanno permesso: l’ottimizzazione dei già esistenti recettori chimerici o CAR, lo sviluppo di vettori virali per il trasferimento genico sempre più efficaci e sicuri e la messa a punto di protocolli per l’espansione ex vivo dei linfociti T che ne preservino al meglio le caratteristiche funzionali. Quest’esperienza, originariamente nata in centri accademici nordamericani, ha risvegliato un interesse senza precedenti da parte della grande industria farmaceutica (Novartis, GSK, Pfizer) e ha favorito la nascita di start-up biotecnologiche ad hoc dalla capitalizzazione iniziale da capogiro (Juno Therapeutics, Kite Pharma, partnership Bluebird-bio-Celgene). Forti di ingenti finanziamenti, in questo delicato momento, queste stesse realtà stanno instaurando una complessa rete di collaborazioni con gruppi accademici, anche europei, attivi nel campo, al fine di assicurarsi un vantaggio competitivo di know-how e proprietà intellettuale, in quella che si sta profilando come una vera e propria corsa all’oro. E’ iniziata una collaborazione con i principali Centri che hanno sviluppato queste tecnologie. La collaborazione prevede sia l’invio di giovani in questi Centri, sia una attiva partecipazione del Gaslini al futuro sviluppo ed impiego di queste nuove tecnologie.

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DI MARCO LA ROSA
SONO EDIZIONI OmPhi Labs





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